Yohoo!
Sì, ho detto che avrei aggiornato e lo sto facendo, io stessa sono tutta un brivido per l’emozione. (!) Ma, e ripeto ma, stavolta c’è un motivo ben specifico: sentivo il bisogno… fisico, spirituale e artistico di fare questo post. Se perché voglio chiarire la situazione a tutti i miei lettori (vecchi, nuovi, intermedi) o perché poi potrò rileggere questo post e auto-compiacermi, lo lascio supporre a voi. Ora, prego: vi narrerò di come sto messa dal punto di vista della scrittura, ovvero cosa ho scritto negli ultimi tempi e soprattutto che diamine sto scrivendo adesso.

La cosa più semplice e lineare è sempre cominciare dall’inizio, dunque così farò anche io – tanto ne abbiamo cose da dire.
Bon, nel 2016 sono, per così dire, sparita dalle scene: ho aggiornato poco e niente Bond’s Colours, ed è stata la prima volta in tutta la mia vita che per un intero anno non ho scritto fanfic. In effetti ho postato meno recensioni della mia media, e non ho nemmeno aggiornato un granché tumblr, il che è grave.
Ma: 1. ho avuto motivazioni; 2. non è che non abbia scritto, anche se voi non l’avete visto.
Andiamo con ordine.
All’inizio dell’anno, la motivazione che mi ha più rallentata è stata la tragica scomparsa del mio vecchio PC; ora, okay, l’avevo detto tante di quelle volte che ormai lo sanno pure i sassi, ma fu traumatico. Casualmente (o causalmente) anche quello della mia coinquilina decise di esplodere (lo stesso giorno. Sì, le Incredibili Coincidenze non capitano solo nei libri.) e quindi rimanemmo fino ad aprile senza un computer a casa. Anche una volta recuperato, comunque, sono stata tanto impegnata a rimettermi in pari che penso di essermi sentita “libera” di fare solo a giugno.
… ecco, appunto. La motivazione che invece mi ha spinto a non scrivere, o meglio pubblicare – fanfiction, recensioni o altro – è che sono passata alle originali. Le ho sempre scritte, lo sapete, e con Bonds sfracello le palle da quattro anni, ma ora ci sono passata in maniera più… ehm… costante? Diciamo così.
A maggio e giugno 2016, dunque, mi sono impegnata per scrivere un’originale che mi ronzava in testa dall’anno prima, con tutta l’intenzione di partecipare al concorso letterario del Battello a Vapore. Era (è) un romanzo breve, “per bambini” (qualunque cosa ciò significhi; okay, i protagonisti sono piccoli, ma sono sempre stata dell’idea che il concetto di “target” sia sopravvalutato). E ci sono riuscita, pensate un po’!
Ora, ho partecipato e non è andata. Pazienza, dico io, ci riproverò in futuro. Tuttavia, l’esperienza ha sicuramente avuto l suo effetto e mi ha lasciato qualcosa di grosso. A parte che era la prima volta, in tutta la vita, che riuscivo a finire una storia lunga. Era pure la prima volta che finivo una originale, altra cosa miracolosa. Ho scoperto anche che posso scrivere più di quanto credo – diciamo che, in un giorno, ho una certa media di parole. Che NON è bassa. Ma nell’occasione ho scoperto di poterla aumentare, perfino raddoppiare. Certo dopo sto in coma etilico, ma-.
Soprattutto, mi ha lasciato un manoscritto completo e betato che non vede l’ora di trovare una casetta editrice pronta a dargli accoglienza. Ci stiamo lavorando. e_e9
Dopodiché, mi sono messa a lavorare e pensare ad altro. Sì, se tanto desideravo scrivere originali avrei potuto proseguire Bonds, che d’altronde manca UN capitolo alla fine del quarto arco!
… ma non mi andava. Bond’s Colours l’ho iniziata nel 2013 ,e negli anni successivi – a parte un raccontino breve – è stato tutto ciò sui cui mi sono concentrata quanto a narrativa “originale”. Per carità, non mi pento nemmeno di un secondo che ci ho investito, e il mio stile è migliorato più di quanto avrei immaginato. Ma, capitemi, dopo tre anni avevo bisogno di scrivere altro. Certo è che comunque non l’ho del tutto ignorata: durante il corso dell’anno avevo comunque pubblicato quattro capitoli, dal ventisette al trenta (compresi).
Ma dunque, a cosa mi sono dedicata? Prima pensavo di scrivere un’originale che mi era venuta in mente nello stesso periodo del manoscritto cui accennavo qua sopra… e sempre quel periodo, in effetti, avevo piantato il semino per la storia di cui parleremo dpo… furono giorni di fermento mentale, lol. Oh beh, comunque, la storia era una di quelle a cui avevo accennato qua e là sui miei blog, quella che chiamo Spinning World. Non è il titolo intero, ma tant’è. Posso dire che è una storia sulle… ehm… fate. Sì. Tipo. Dato che è una storia molto molto particolare, non penso neanche cercherò un editore, la autopubblicherò su piattaforme che ho adocchiato nel tempo e fine.
E vi giuro, ci ho provato. Mi ci sono impegnata. Amo il protagonista, Alize, e fangirlavo anche alcuni degli altri personaggi, tipo Luxe – ma in generale voglio benissimo a tutti perché io e miei OC siamo tutta una grande famiglia. Mi ci ero messa lì, a tavolino, a cacciar fuori dalla testa anche idee che non avevano voglia di farsi scovare. Avevo scritto il primo capitolo, scenette a caso, tempo dopo riscritto il primo capitolo in maniera un po’ più consapevole, ma niente, oh: non mi andava.
Questa trafila – fatta di approcci, toccata e fuga e speranzose sedute di yoga – è andata avanti per quasi tutto il 2016. Non mi ero ancora resa conto di che tragedia stesse avvenendo dentro il mio cervello.
Ora, facciamo un passettino indietro. Ovviamente, Spinning World non era l’unica altra originale che avessi in mente. C’era la vecchia Spezza la catena, la prima originale “seria” che avessi concepito (che vi nomino con il primissimo titolo, ma quello definitivo è un altro. E tanto sempre le catene ci sono-). C’era una storiella di un tipo che è un fallimento come rapitore, e una con tante divinità un po’ particolari. Okay.
Ma, a parte queste, soprattutto si aggirava nella mia mente l’idea di creare una storia ispirata a Peter Pan. Ispirata come Pandora Hearts è ispirato ad Alice; una storia nuova che però giocasse con i simbolismo, le corrispondenze, i riferimenti. Peter Pan è il mio libro preferitissimo e amo la simbologia ben fatta; essenzialmente, l’equivalente in scrittura di quello che è per me una pizza alla parigina o una scatola di Ferrero Rocher. Una cosa tutta da gustare.
L’idea era chiara. La mia volontà anche. Mancavano solo le idee. Tuttavia, non mi preoccupavo; pensavo sarebbe stata tipo la mia opera magna (?), e che quindi mi ci sarei dedicata in un futuro, quando avessi migliorato ancora le mie capacità.
Sta bene, ottimo.
Sennonché.
Nello stesso periodo in cui, appunto, mi sono venute le idee di base sia per il manoscritto che per Spinning World, ascoltavo spesso e volentieri una certa canzone. Il titolo non ve lo dico, sennò spoilero (?), ma sappiate che era bellissima e, quindi, è passata anche lei per la routine delle “canzoni appena scaricate che devo imparare a memoria, quindi le ascolterò 157 volte di fila senza alcuno scrupolo”. Bene. La canzone mi fece venire in mente due personaggi che richiamavano palesemente Il mago di Oz. E okay, dicevo, magari dopo ancora farò un crossover di favole e classici, una cosa tranquilla.
Well, qualche mese dopo mi è venuto in mente Robin – e di lui dico il nome perché devo – che andava a ricollegarsi agli altri due, sentivo che erano il gruppo protagonista e, soprattutto, anche lui richiamava Il mago di Oz. Quando me ne sono resa conto, ho capito subito come sarebbe andata a finire.
Io ho provato a non pensarci, eh. Mentre nel corso dell’anno davo testate a Spinning World, le idee per quest’altra si facevano strada nel mio cervello a spizzichi e bocconi.
Mi distraevo un attimo e zan! ecco l’antagonista. Una battuta e puff! il protagonista prendeva definitivamente corpo e forma.
Alla fine, un bel giorno, mi ero lasciata andare e avevo cominciato a pensare al world building, partendo dalla mia vaga idea di un mondo post-apocalittico: non so bene come, finì che mezz’ora dopo stavo lacrimando perché mi erano venute in mente cose molto commuoventi.
A quel punto, mi sono auto-mandata affanculo e ho deliberatamente commesso l’ultimo passo, quello che di solito firma la mia condanna a morte: ho pensato un titolo. Già, perché io non riesco a scrivere per bene se non sono soddisfatta del titolo prima (Ehi, Ognuno Ha Le Sue). Ovviamente il titolo si è lanciato nel mio cervello alla velocità della luce, non ci ho dovuto neanche riflettere troppo. Visto che questa, invece, è una storia che spererei di pubblicare un giorno, vi dico solo che l’acronimo del titolo (e il modo in cui la chiamerò qui) è LGM.
Così, è finita che io volevo scrivere una storia su Peter Pan e me n’è venuta in mente una sul Mago di Oz. Cervello, srsl.
Piccola parentesi: a parte recensioni, articoli e CoseACaso, anyway, avevo iniziato a scrivere una fanfiction su YGO – una Polarshipping. Si tratta di una oneshot romantica senza troppe pretese. In effetti era a metà e dovrei concluderla.
Bon, quindi, fra una cosa e l’altra, siamo piombati a capofitto fra le braccia del 2017. E quindi: cosa sto facendo e quali sono i miei piani per il futuro?
Well, l’anno è iniziato da poco ma io mi sono già impegnata; LGM al momento conta i primi due capitoli, una cosa che non è proprio un prologo ma chiamiamolo così, scene a caso e, soprattutto, ho pensato l’intera trama. Perché, diciamocelo: capita un po’ a tutti di mettersi a scrivere l’inizio augurandosi che il resto verrà cammin facendo, oppure sapendo solo Inizio – Cose Salienti del Mezzo – Finale. Oppure, inizio e finale. Beh, ecco, no, stavolta l’ho pensata tutta. Mi manca solo uno degli eventi più grossi, che però sarebbe più per la caratterizzazione di un personaggio che non per la trama, poi è avanti nel tempo, quindi la prendo con relax. (Tanto sono sicura che appena mi giro due minuti mi aggrediscono loro.)
Essendo la cosa che più bramo di scrivere, prevedo che per… tempo indeterminato del 2017 sarò occupata con LGM. La cosa buona è che, in teoria, è molto (molto) più corta di Bonds, quindi confido di… non metterci troppo, ecco. A parte tutto, qualsiasi secondo, minuto e ora che ci passerò sopra sarà molto ben investito.
Poi mi pare brutto parlarne tanto e non mettere nulla, quindi ecco un minuscolo estratto da quella cosa che è tipo un prologo:

– Ma se la risposta è no… – Fece per levare la mano, sulle labbra un sorriso di scuse. – Ho fallito di nuovo, vero?

 

(In realtà non dice “se la risposta è no”, ma la frase originale è spoiler coff).
E questo sarà il Nord della mia bussola per i prossimi tempi.
Tuttavia vorrei prendermi qualche pausa, di quando in quando, per esplorare anche il Sud, l’Est e l’Ovest (#troppo Oz mi ha dato al cervello), perciò vorrei anche dedicarmi a qualche altra cosetta. Ad esempio, riprendere le fanfiction: le primissime cose che a cui penserei sarebbero finire la oneshot di Yugioh cui accennavo sopra, aaand proseguire Anche se reciti seguendo il copione, la Iwaoi. Vorrei anche postare alcune cose che stanno nel computer a prendere polvere da generazioni. (Non chiedetemi perché non l’abbia fatto prima: mi limiterei a darvi un’occhiata vacua e poi, con tutta la calma del mondo, scivolare via dalla scala antincendio.) Queste sono le cose prioritarie, poi non so se mi salterà per la testa altro. Comunque, non l’ho mai detto, ma al secolo avevo fatto anche un account su AO3. Per ora è vuoto, ma se posterò cose nuove penso le metterò anche lì.
Spererei anche di concludere il quarto arco di Bond’s Colours, che ci siamo fermati subito prima del suo finale.
Per il resto, boh~.
Cos’altro potrei dirvi? Ah, già: ovviamente anche recensioni, traduzioni e quant’altro non tarderanno ad arrivare. Magari è pure l’anno buono che inizio ad aggiornare in tempi decenti questo blog, lol.
Se anche voi state scrivendo qualcosa, vi auguro che la vostra storia vi aggredisca con la stessa violenza con cui lo ha fatto la mia *A* (E così non potrete scappare mai più).
Bye!