Yohoo!
In generale ho notato una certa vaga confusione, nell’ambito di Peter Pan, su cosa sia canon e cosa no, ovvero cosa viene da fonti ufficiali. Perciò ho pensato di mettere insieme due cose che mi piacciono un sacco: Peter Pan e le mini-guide, così anche i più perplessi sapranno come muoversi.
Prima di tutto, datemi una piccola soddisfazione personale. Chiariamo un fatto importantissimo: Peter Pan non se l’è inventato la Disney. Perché, sì, so che ci sono ancora persone che credono il ragazzino eterno sia un’opera originale loro. Ecco, no. Diciamo che, ogniqualvolta una persona al mondo dice che Peter Pan è nato dal film Disney, al mondo un appassionato di Peter Pan muore… o magari non succede nulla di così brutale, ma di sicuro gli prende un colpo. Anzi, vi dirò di più: la Disney si è dedicata ai Classici originali, o comunque con ispirazioni solo vaghe e molto rielaborate, solo ultimamente. Qualsiasi film precedente agli anni 2000 è, quasi di sicuro, basato su un’opera pre-esistente, fosse questa una favola/fiaba, un’opera teatrale o un romanzo.
Il personaggio di Peter Pan nacque, in origine, dalla fantasia vividissima e cangiante del signor James Matthew Barrie. Le prime tracce della sua esistenza le troviamo in una raccolta di racconti, The little white bird (L’uccellino bianco), del 1902, fra cui c’erano anche le primissime avventure di Peter, a Kensington, in sella alla sua capretta (capitoli 13-18).

Un paio d’anni dopo, nel 1904, viene messa per la prima volta in scena l’opera teatrale con cui Peter è diventato immortale anche nella nostra narrativa: Peter Pan, or The boy who wouldn’t grow up (Peter Pan, o Il ragazzo che non voleva crescere), per la precisione andata in scena il 27 dicembre 1904.
La trama di questa vicenda è quella più famosa, ovvero le avventure dei Darling sull’Isolachenonc’è.
Nel 1906, dato il successo cosmico della recita, i primissimi racconti su Peter presenti in The little white bird vennero recuperati, isolati e pubblicati a parte in una raccolta intitolata Peter Pan in the Kensington Gardens (Peter Pan nei Giardini di Kensington).
Dopo ancora, il 22 febbraio 1908, alla recita venne dedicato anche un piccolo seguito, ovvero When Wendy grew up: an afterthought. (Quando Wendy crebbe: una riflessione successiva). Era stato fatto sia perché il pubblico richiedeva a gran voce di sapere cosa fosse accaduto ai protagonisti in futuro, sia perché il produttore della recita aveva, sfortunatamente, perso l’applauso la sera della prima; questa mini-recita era per dargli una seconda occasione di udirlo.
Nel 1911, quasi dieci anni dopo la prima messa in scena dell’opera, Barrie scrisse anche la storia di Peter e dei piccoli Darling sotto forma di romanzo, mettendo insieme entrambe le recite, e pubblicandolo col titolo Peter and Wendy (Peter e Wendy) sebbene, col passare del tempo, abbiano cominciato ad intitolarlo semplicemente Peter Pan.
Barrie lasciò i diritti d’autore di Peter Pan all’ospedale Great Ormond Street Hospital (dicasi GOSH), che li possiede tutt’ora, ma ci sono delle specifiche da fare.
In quasi tutto il mondo (Italia compresa) i diritti sono scaduti il 31 dicembre 2007, facendo così entrare il romanzo nel dominio pubblico; tuttavia, il copione dell’opera teatrale è stato pubblicato molto più avanti, rendendolo quindi ancora copyrightato fino al 2023. (O almeno, questa cosa del 2023 è valida negli Stati Uniti, ma il sito del GOSH non è molto chiaro se valga anche per l’Europa. In realtà, per com’è scritto, direi di no. Vabbuo’, io vi lascio il link, vedete voi.)
Per l’Inghilterra il discorso è un po’ diverso. Tramite un vecchio decreto governativo del primo ministro Callaghan, il GOSH ha ottenuto un diritto eterno alle royalties su qualunque opera su Peter Pan (a pagamento) venga creata, pubblicata o inscenata in questo paese.

Quindi, riassumendo:
– In Inghilterra, per creare una qualsiasi opera a scopo di lucro su Peter Pan bisogna prima contattare il GOSH per mettersi d’accordo, in quanto gli si devono delle royalties.
– Nel resto del mondo si può lavorare come meglio si crede con il materiale del libro senza chiedere permessi.
– Il materiale “unico” presente solo nel copione della recita rimarrà appunto sotto copyright fino al 2023 – per cui, diciamo, si può inserire in un’opera Uncino che trova la casetta dei Bimbi Sperduti tramite il comignolo-camino, ma non si potrebbe inserire la scena di Wendy che al suo secondo ritorno sull’Isolachenonc’è vola su una scopa, essendo esclusiva di When Wendy grew up. O quantomeno, questo vale per gli Stati Uniti. Se volete andare sul sicuro, consultate personalmente la pagina del GOSH dedicata a Peter Pan. E, se volete andar ancora più sul sicuro, potete sempre mandare una mail allo staff dell’Ospedale per chiedere delucidazioni – oppure chiedere un parere qui, sul forum ufficiale dedicato a J. M. Barrie.

Alcune opere successive su Peter Pan sono state create o su richiesta, o con il beneplacito del GOSH, e dunque risultano parte delle opere ufficiali su Peter Pan – come, ad esempio, Peter Pan in Scarlet (Peter Pan in rosso – sì, okay, scarlatto, ma è palesemente anche una citazioncina al primo romanzo di Sherlock Holmes, che era sempre stato tradotto come “Uno studio in rosso”.).
Legalmente parlando, queste poche opere potrebbero essere considerate canon.
Ma dal punto di vista narrativo, le uniche cose canon e ufficiali sono quelle su cui ha messo mano l’autore stesso.

Perciò le cose originali di Peter Pan, da cui non si può prescindere, sono:
– I due copioni delle recite teatrali (“Peter Pan, or The boy who wouldn’t grow up” e “When Wendy grew up: an afterthought”):
– I due romanzi (“Peter Pan in the Kensington Gardens” e “Peter and Wendy”);
– Gli appunti di Barrie e le bozze. No, dico, sapevate che Barrie ha scartato l’idea di un sequel sul fratello di Peter?

Fine, andate in pace. Per il resto, qualunque cosa venga dopo rientra nell’ambito delle opere create dai fan, siano libri pubblicizzati dal GOSH o film dal budget milionario.
(Ciò non toglie che, fra di questi, vi siano opere pregevoli. Avevo stilato un corposo elenco qui, e penso in futuro ne farò una seconda parte, avendo trovato altre cosine meritevoli.)
Con questo, vi saluto!
Bye!

蒼の摩天楼 by 礼心

Bibliografia