Narrativa

Yohoo!
Ricordate l’articolo sul simbolismo di Silent Hill che feci all’incirca nel 1800? No? Eh, ci credo, due secoli sono un po’ lunghetti. Ma allora, riepilogando: tanto tempo fa, affermai di voler fare ANCHE l’enciclopedia dei mostri di Silent Hill, perché amo la simbologia fatta bene e c’erano camionate di cose da dire. Così, nel novembre 2017, iniziai il post.
Quasi lo conclusi.
E poi lì rimase.
Ma che importa (???), oggi l’ho finito.
Per cui, signore e signori, vi presento l’ABC dei Mostri di Silent Hill: ovvero cosa significavano quei mostri che, nelle fredde (?) notti del 1999, infestarono gli incubi di quei fortunelli che lo giocarono sulla prima playstation.

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Yohoo!
In generale ho notato una certa vaga confusione, nell’ambito di Peter Pan, su cosa sia canon e cosa no, ovvero cosa viene da fonti ufficiali. Perciò ho pensato di mettere insieme due cose che mi piacciono un sacco: Peter Pan e le mini-guide, così anche i più perplessi sapranno come muoversi.
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Yohoo!

Questo è un post che ho rimandato per secoli, poi l’avevo cancellato dall’elenco dei post da fare per non ricordo quale misteriosa ma sicuramente ponderata ragione, poi l’ho ritrovato e rimesso nell’elenco di- insomma, fuck it, ho deciso di farlo e basta.

Avete presente la Roccia del Teschio, no? Quel loco dell’Isolachenonc’è dal nome assai caratteristico? Ecco, questa è stata la sua evoluzione.

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Yohoo!
Un paio di giorni fa ero sotto la doccia e, con incredibile coerenza, mentre rimuginavo su quale sarebbe potuto essere uno sfondo adatto per fare le foto artistiche ai miei libri belli (sì, medito di aprire un bookstagram, mea culpa.), mi è tornato in mente Artemis Fowl. Che è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto da quando lo conobbi, a circa dodici anni. Indi, ho deciso di dedicargli un post… o meglio, non proprio a lui, ma alla sua saga. Questa è una mini-guida in pillole a cosa troverete all’interno di ogni libro, e soprattutto cosa sarebbe il caso di leggere e cosa forse, ma dico forse, sarebbe meglio far finta non sia mai successo.

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Personaggi da film d’animazione che sono epic win anche solo perché esistono.

Okay, il titolo integrale credo sia già abbastanza chiaro di suo. Una classifica da dieci, non in ordine di epicwinicità che, nel mio cuore, sono tutti unici. (?)
Rubrica a puntate, nuova classifica non appena avrò trovato – o ricordato – altra gentina sufficientemente epica.

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Yohoo!
Dovete sapere che, sebbene ormai l’autunno sia iniziato da quasi due mesi – e manchi ben poco all’inverno, il mio cuore batte nell’estate (uh, che poesia…!) e dunque, col pensiero, a volte mi perdo ancora in quei giorni dorati. La mia è stata un’estate squisita per motivi vari, fra cui anche l’aver trovato qualche perla della narrativa, spaziando dai libri ai musical. So, perché non stilarne un puntualissimo elenco?

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“Si dice che, se aguzzi le orecchie, puoi sentire una strana melodia accompagnare ogni tuo passo.
Non ascoltarla per troppo. Ti farà paura.”
“… lo credi davvero?”

Yohoo!
… la mia idea, molto azzeccata, era di scrivere questo post gli ultimi giorni di Ottobre e postarlo per Halloween. Molto d’atmosfera, sapete. Avevo perfino preparato tutta la documentazione con largo anticipo!
… e poi boh, si è perso nella solita miriade delle cose da fare. Quindi d’accordo, non sarà un post halloweeniano, ma un post di Novembre: il mese dei morti. Direi che, comunque, restiamo in tema.
Perciò. Conoscete Lavandonia, no? Se siete qui, probabilissimo. Una delle più celebri leggende metropolitane su Pokémon, divenuta poi una vera e propria creepypasta. L’inquietante storia di una melodia maledetta che porterebbe gli ignari piccoli giocatori al suicidio, arricchitasi poi di altri pittoreschi dettagli quali zombie famelici e mano mozze vaganti. So, la grande domanda: cosa c’è di vero sulla Sindrome di Lavandonia?
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Yohoo!
Sì, avevo in progetto di postare tutt’altro, tipo il secondo post su Silent Hill e finirne uno che vegeta sul quaderno degli appunti.. à_à” Oh, well!
[Quello che segue è l’antefatto, se non vi intrippa potete pure sorvolare e passare al post effettivo.]
Dato che è estate anche per me, io e la mia coinquilina siamo andate in Sardegna, dove abitavo prima! Se c’è anche una sola cosa bellissima della mia ex casa, è che ci sono ancora tutti i miei amati libretti – non posso portarne via trecento con solo un trolleyyy-
E già che c’ero, ho deciso di leggere, finalmente, Il negromante e Il traditore, rispettivamente quarto e quinto libro della saga I segreti di Nicholas Flamel, l’immortale (tanto per dire, una delle mie saghe fantasy preferite da… quando ho letto il primo, in pratica). E sì, li avevo già letti in inglese.
Now. La saga del nostro buon Flamel, come sapranno i fan, è sempre piena di figure storiche, personaggi leggendari, mostri dai nomi impronunciabili… quel genere di cose che ci piacciono tanto! E io mi gonfio come un tacchino ogni qual volta ne capita uno che già conoscevo – okay, vi do atto che magari il Conte di Saint-Germain non è così raro, ma quanti conoscevano le rusalke?
Certo, di quando in quando capitano cose di cui nemmeno io sapevo niente… quindi, visto che gli approfondimenti li cercherei a prescindere, mi sono detta che potevo pure organizzarli in bei post ordinati e condividerli col resto del genere umano. Ecco quindi che nasce la saga sui segreti di Flamel svelati!
[/Fine antefatto, andate in pace]
Quest’oggi tratteremo di una cosa che, prima di leggere, non avevo mai sentito prima: Tsagaglalal.

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Yohoo!
Sì, è da un pochino che non pubblico, ma vi assicuro che per le mie tempistiche qui si rasenta la puntualità assoluta. (Oh oh oh)
Stavolta sono tornata con una cosa che sognavo di fare da secoli e secoli, e finalmente ora è qui: un elenco bello, dettagliato e con tante argomentazioni delle miglior opere mai concepite su Peter Pan. Sì, i migliori film/libri/robe tratti dai libri, o che ci sono anche solo ispirati.
Tutto provato da me medesima, così siete sicuri che non millanto. (?).

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Ah, Silent Hill è uno dei ricordi più emozionanti della mia infanzia.
Come non ripensare, con dovizia di particolari, a tutte quelle notti – in orari tranquilli tranquilli, tipo le quattro – che ho passato appostata accanto al letto di mio zio. Chiusi nella sua camera. Al buio. Lui concentratissimo sul piccolo schermo del televisore, il joystick in mano. Mia madre lì accanto che gli leggeva le soluzioni da un giornale – perché sì, nella remota epoca del… quand’era, il 99?, ancora non c’erano i walkthrough su youtube, ma le soluzioni su rivista. Scritte a puntate, tra l’altro.
E io che scrutavo lo schermo con occhi sgranati. Sì, mi hanno traumatizzata a vita. E dire che mio zio non l’aveva mai neanche finito, il gioco. S’era perso nell’ospedale.
Secoli dopo, una volta diventata molto più skillata con i videogiochi – e, dopo anni di esperienze traumatiche, del tutto refrattaria all’horror (infatti gli horror ora per lo più mi causano ilarità compulsiva o incazzera bruciante) – una bella sera mi ero detta: ma alla fine non ho mai saputo come cacchiarola finisse Silent Hill. Sai che faccio, mi vedo un walkthrough.
*Intreccia dita* Ed è successo quel che non mi aspettavo. L’ho trovato figo. No, peggio: l’ho trovato fighissimo e soprattutto ben costruito, specie quando sono venuta a sapere di tutta la sconfinata simbologia che erano riusciti a ficcarci in un solo videogioco.
Poi ho avuto la bellissima idea di vedermi anche Silent Hill 2, e lì è stata seriamente la fine.
Da allora sognavo di scrivere una bella analisi e fare una riassuntino carino carino di tutto quanto di simbolico o presunto tale vi fosse in Silent Hill. Ebbene, cari amici, quel giorno è oggi. (?)

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