Yohoo!
Orbene, siamo al primo post! Con questo voglio inaugurare nel migliore dei modi il mio duecentocinquantesimo blog (… no, è meglio non approfondire, credetemi) che, sapete, sognavo da secoli di aprire uno stilosissimo lit-blog. Sì, l’ho fatto con wordpress giusto per dargli un’aria più professionale, e che altro sennò. Anche se noi parleremo di narrativa di tutti i tipi e non solo letteratura, ma tant’è. La grafica è uscita bene, comunque.
Dicevamo? Ah, giusto, inaugurare in grande stile.
Cos’altro avrei potuto scegliere se non un articoletto sul mio libro preferito di sempre, ovvero Peter e Wendy?
Peter Pan o il ragazzo che non voleva crescere + Peter e Wendy (e Peter Pan nei giardini di Kensington). Recita teatrale e libri creati da J.M. Barrie quasi cent’anni fa; hanno ispirato una miriade di riduzioni cinematrografiche, canzoni, libriciuoli ispirati, eccetera eccetera. Uno dei più famosi è, senza dubbio, il film Disney a tema.
Ecco, appunto. Fantasticavo da tempo di esplicare con precisione quali fossero i problemi del film Disney su Peter Pan, cosa si fossero scordati e quante altre belle cosine c’erano nell’originale. Dunque ecco un confronto fra libro e film!
Lungo che sono logorroica – nonché fangirl di Peter, ma questo è irrilevante.

Dato che le modifiche sono davvero tante, ho suddiviso per paragrafi di modo da essere il più sistematica possibile.
Il primo è il classico “faccio prima ad elencare cosa c’è di uguale”, lol.

NB: per i Bimbi Sperduti ho usato i nomi dell’edizione italiana di cui sono in possesso io – non costringetemi a tirarla giù ora- Ah, in tutto il post c’è un gran abuso di citazioni.


Cos’è rimasto della trama originale e come viene presentato

– Le premesse: esiste un bambino, Peter Pan, che non crescerà mai. Sa volare e risiede nell’Isolachenonc’è.

E fin qui ci siamo, non fosse che Peter, nell’adattamento Disney, è stato ampiamente modificato sia all’apparenza che, soprattutto, nell’essenza.
In primo luogo: l’aspetto. Il Peter Pan della Disney, in linea generale, è la rappresentazione del folletto dispettoso. Con tanto di orecchie a punta e naso a patata, si presenta con un aspetto simpatico, inoffensivo. Considerando anche i vestiti, poi – calzamaglia, maglia lunga stretta in vita, berrettino – si vorrebbe richiamare l’immagine stereotipata del leprecauno, i folletti irlandesi. Infatti qui ha anche i capelli rossi.
Inoltre, dalla sua costituzione, gli si potrebbero dare dodici o tredici anni – insomma, un ragazzino sull’orlo della pubertà – mentre Peter dovrebbe dimostrare non più di sette anni.

[Ma allora qual è il vero aspetto di Peter Pan?
In realtà, Barrie non ha mai descritto nel dettaglio Peter, lasciando che ognuno se lo immaginasse come preferiva.
Possiamo però tener conto di alcuni cose.
Nelle rappresentazioni teatrali, Peter veniva sempre recitato da una giovane donna di bassa statura.
Nel libro, invece, viene detto soltanto che è “un grazioso ragazzino vestito di foglie secche e linfa”, con ancora tutti i suoi denti da latte.
Anche Wendy, nell’originale, è più piccola – si suppone sugli otto anni – e lei stessa dice che Peter è della sua stessa statura. Ora, tenendo conto che Peter è un maschio dunque si presume, in proporzione, più alto, dovrebbe appunto dimostrare al massimo sei, sette anni. Ergo, è uno shotino.]

Statua di Peter Pan nei Giardini di Kensington
{Foto tratta da Wikipedia}

 

Di carattere, invece, anche il Peter Pan della Disney si presenta come infantile e pieno di sé…
… e basta.
Sono state soppresse tutte le altre sfumature del carattere di Peter: dal suo modo affascinante di porsi che rende perfino la sua smodata arroganza piacevole (o, quantomeno, divertente) a quella sottile aura inquietante che sfodera nei momenti di maggior pericolo e tensione (quando si lascia presumere che, in realtà, la cosa più pericolosa là in mezzo sia lui.). Soprattutto quel suo lato più tenero cui si lascia andare molto, molto di rado e che, quando emerge ti manda il cuore in tanti piccoli pezzi è ciò che più potrebbe spingere il lettore ad empatizzare con lui.
In sostanza, ne hanno del tutto piallato il carisma. E’ rimasto un protagonista che fa il suo onesto lavoro di protagonista (fare il culo ai pirati, salvare gli altri piccoli ingrati) e a volte si comporta in modo un poco discutibile, ma nulla di più.
Sì, io fangirlo Peter Pan. Ma questi sono tutti dati oggettivi e riscontrabili nei romanzi. Tsk.

Tre bambini malefici – ovvero Wendy, John e Michael Darling – piantano capra e cavoli e volano via dalla finestra della loro cameretta insieme al suddetto Peter Pan, anch’esso bimbo malefico, che farà da capo. Destinazione: Isolachenonc’è.

Nel film Disney si è voluto, nobilmente, dare una profonda motivazione a tutto ciò: Wendy viene “minacciata” di crescere e lei, che invece vuol continuare a cazzeggiar con i fratellini nella stanza dei bambini, accetta perfino la più disperata delle soluzioni per scamparla, ovvero la fuga.
In realtà, nel libro la cosa è molto, molto più semplice. Certo Wendy aveva comunque passato una serata difficile a causa di suo padre (faccenda lunga, per cui diremo solo che il signor Darling ha davvero un brutto carattere, è tanto bisognoso di attenzioni ed è geloso del cane.) che aveva incatenato Nana in cortile, ma a parte questo se la passava benissimo. Il sacrosanto motivo per cui ha scelto di seguire il ragazzo sull’Isolachenonc’è è soltanto che lei è tremendamente affascinata da Peter – per non dire che si è presa una cotta apocalittica.
Sì, sì, ovviamente è sottinteso anche nel libro che la fuga nell’Isolachenonc’è è, a prescindere, anche una fuga dall’età adulta. Ma in modo più sottile, non è il motore principale.

I Bimbi Sperduti vengono ingannati da Trilly e, all’arrivo di Wendy, la attaccano.

Come al solito, la fatina gelosa induce i Bimbi Sperduti ad attaccare un fantomatico uccello Wendy spacciandolo come ordine di Peter.
Nel film, tutti i bambini attaccano Wendy con armi, frecce e oggetti a caso, facendola spaventare e cadere – con salvataggio al volo da parte di Peter che passava di lì per caso. (?)
Nel libro, l’unico munito di arco e frecce è Trombetta, mentre gli altri bambini tornano di corsa nella casa sotterranea per recuperare le armi. Il suddetto, potendo fare per una volta bella figura, ne approfitta per sparare il dardo e prendersi il merito. Wendy, dunque, cade con una freccia “nel cuore”.
Anche in questo caso la bambina viene salvata da Peter, ma in altro modo (migliore, coff). Questo è frutto di un’altra grossa differenza nelle tematiche di cui parleremo poi, ma Peter, prima della partenza, aveva regalato a Wendy una ghianda che lei aveva appeso ad una catenella e messo al collo. Così la ghianda ha parato la freccia, salvandole la vita.
Anche le conseguenze della vicenda sono diverse: nel libro, Trilly viene bandita per sempre da Peter come punizione… tuttavia Wendy si esprime a suo favore, quindi la punizione viene ridotta ad una settimana e la questione si chiude qui. Nel film va esattamente così, non fosse che Trilly era già volata via e non ha sentito Peter aggiungere “per una settimana” – infatti in seguito crederà ancora di essere stata bandita, cosa che come sappiamo porterà ad effetti collaterali curiosi.

– Giglio Tigrato rischia la vita sulla Roccia del Teschio.

Okay, mettiamoci comodi e sorseggiamo una bella tazza di tè da bravi/e gentlemen e gentlewomen inglesi, che qui sarà una cosa lunga.
Nel film Disney, Capitan Uncino e Spugna riescono… in qualche modo… a rapire Giglio Tigrato, per poi condurla a morire nella Roccia del Teschio, una pittoresca caverna a forma di teschio. Wendy e Peter, che stavano cincischiando nella Laguna delle Sirene là vicino, vedono i loschi figuri mentre trasportano la ragazza in barca e decidono di andare a salvarla. Peter riesce a distrarre i pirati imitando la voce di Uncino, il quale alla fine è costretto a fuggire a causa dell’arrivo del buon Coccodrillo. Peter prende in braccio Giglio Tigrato e vola via, mollando Wendy lì.
Neeel libro…
Spugna e Gentiluomo (un altro pirata) sorprendono Giglio Tigrato mentre cerca di abbordare il Jolly Roger da sola; i due la catturano e sbattono in barca per condurla alla Roccia del Teschio. Che, ad onor di cronaca, è uno scoglio. Un grosso scoglio, ma pur sempre uno scoglio. Si trova nella Laguna delle Sirene e non avrebbe niente di così strano, non fosse che all’alzarsi della marea viene sommersa dalle acque e, da qui, la brutta abitudine dei pirati di abbandonare lì i marinai indisciplinati e lasciarli affogare.
Wendy, Peter e tutti gli altri si trovano sulla Roccia del Teschio per fare la siesta pomeridiana – eh, già – tutti i maschietti che dormono, o almeno fingono di, e Wendy impegnata col cucito. Tuttavia, si accorgono dei due tizi in avvicinamento e fuggono a nuoto, nascondendosi là vicino. Peter e Wendy rimangono lì accanto e Peter, scioccato dalla disonestà dei pirati nel loro essere due contro uno – ‘sta gente del tutto priva di eleganza, oh – decide di salvare l’indiana.
Imitando la voce di Uncino riesce a convincere i pirati a lasciare andare Giglio Tigrato, che nuota via. Di lì a poco, però, arriva anche il vero Capitan Uncino, che ha raggiunto – sempre a nuoto – la barchetta per… ehm… farsi consolare, suppongo…?, in quanto ha appena scoperto che i Bimbi Sperduti hanno trovato una madre.
Peter continua quindi il suo gioco di imitazioni, ma Uncino è furbo e lo induce a svelare la sua vera identità. Ovviamente, segue una battaglia in acqua. Uncino riesce a colpire Peter due volte ma, anche in questo caso, è costretto a scappare a causa dell’arrivo del Coccodrillo.
Diversa è soprattutto la conclusione della faccenda: i bambini scappano, sicuri che Peter e Wendy arriveranno a breve; i due invece sono ancora in acqua, Peter ferito e Wendy svenuta. Wendy rinviene e Peter riesce a farla fuggire legandola ad un aquilone che passava di lì per caso – un sacco di roba che passa di lì per caso, sull’Isolachenonc’è – mentre lui viene salvato dal gesto nobile dell’Uccellochenonc’è, il quale abbandona il nido con le sue uova per permettergli di usarlo come imbarcazione. C’è da dire che Peter è stato così gentile da prendere le uova e metterle in un cappello perduto da uno dei pirati.

– I Darling decidono di tornare a casa.

Nel film questo avviene a seguito di una toccante canzone lirica di Wendy riguardo alle madri.
Nel libro, la cosa è un po’ meno disincantata e ulteriore riprova di come nel film si volesse disumanizzare (?) Peter. Wendy ha l’abitudine di raccontare ogni sera la stessa favola ai Bimbi Sperduti… parla dei suoi genitori e di come loro siano fuggiti. Tuttavia si conclude con lei e i fratelli che tornano anni dopo, ormai adulti, e trovano la finestra ancora aperta. Wendy perciò conclude come saranno ripagati dell’aver avuto fiducia nell’amore della madre.
Qui Peter, con sofferenza, racconta quello che aveva tenuto nascosto per tutto il tempo: anche lui tempo prima aveva pensato la stessa cosa. Era stato via giorni e giorni ma, quand’era tornato, la finestra era chiusa, sbarrata addirittura, e sua madre dormiva abbracciata ad un altro bambino. Profondamente turbati dalla faccenda, i Darling capiscono che è ora di cedere il colpo.

– I Bimbi Sperduti/tre Darling vengono rapiti dai pirati.

Questo pressappoco è uguale, per quanto sia accaduto subito dopo la battaglia fra gli indiani e i pirati, assente nel film, e i bambini vengono legati e poi trasportati via grazie alla piccola casa di Wendy, anch’essa dimenticata nel film.

– Capitan Uncino cerca di uccidere Peter a tradimento.

Nel film il capitano si diletta con una bomba ad orologeria; nel libro riesce ad avvelenare la sua medicina che stava a portata di mano.

– I Bimbi Sperduti e i Darling, prigionieri sul Jolly Roger, vengono invitati a far l’ultima passeggiatina sull’asse; prima, tuttavia, Uncino chiede loro chi vorrebbe tradire e diventare un pirata per aver salva la vita.

Anche qui le differenze di base sono relativamente poche; la principale è che Uncino offre posto per solo due mozzi e che John quasi pensa di accettare, dicendo che nel caso avrebbe potuto chiamarsi Jack Mano Rossa. Anche Michael è tentato dall’offerta, ma poi declinano entrambi.
Eppure, qui non è Wendy la prima invitata a compiere il gran salto – sebbene anche nel libro, in seguito, si accenni al buttarcela – infatti i pirati non fanno in tempo ad organizzare l’asse che si sente il famoso ticchettare dell’orologio risalire il fianco della nave.

– Peter giunge a salvarli tutti e ha luogo l’ultima battaglia fra i pirati e i Bimbi (tutti).

Questa è una delle parti con più differenze, ma probabilmente più per ragioni prosaiche che altro – tipo il fatto che era “un film Disney” e “potremmo volerci fare un sequel, poi”.
A proposito del ticchettare dell’orologio. Nel libro, l’orologio che c’è nella pancia del Coccodrillo (che, sì, è tutta una metafora anche quella) si ferma poco prima dell’ultima battaglia perché… ehm, giustappunto, ci si avvicina all’ultima battaglia. Peter se ne rende conto e arriva indisturbato sulla nave perché stava imitando il ticchettio, pensando così di tenersi lontane tutte le bestie feroci. Ha continuato a farlo anche dopo, spaventando i pirati. Non era proprio calcolato, ma geniale. (?)
Se nel film i bambini vincono e i pirati si danno alla fuga, nel libro l’ultima battaglia si conclude con l’annientamento totale dei pirati o quasi; gli unici a salvarsi sono Spugna, che andrà in giro per il mondo guadagnandosi da vivere con racconti su Uncino, e Gentiluomo, che finisce a fare la bambinaia per i pellerossa. Uncino non viene ucciso direttamente da Peter ma da lui spinto giù dalla nave – e in pasto al Coccodrillo. (Uncino sul finale si era arreso, comunque, e l’ha anzi invitato a farlo).

– I tre Darling fanno ritorno a Londra.

La più colossale differenza fra il film Disney e il libro. Nel film Peter, Trilly e tutti i Bimbi Sperduti, dopo averli accompagnati a Londra, se ne tornano nell’Isolachenonc’è, tanto che di fatto la situazione non è cambiata di una virgola da quella iniziale – e infatti nel secondo film Disney la protagonista, Jane, troverà tutto identico a come l’aveva incontrato sua madre.
Il libro, invece, si delizia in un finale agrodolce della vicenda – per meglio dire, uno di quei finali che stendono. I Bimbi Sperduti decidono di trasferirsi e riescono a farsi adottare dai signori Darling. Tutti tranne Peter, naturalmente, perché lui non vuole crescere. E’ sottointeso che Trilly non potrebbe sostenere l’intero viaggio di ritorno, in quanto la vita di una fata è piuttosto breve (e lei sta già in circolazione da un bel po’).
E quindi il capitolo del ritorno si conclude con una scena di felicità collettiva, con i genitori commossi per il ritorno dei loro bambini e i Bimbi Sperduti che finalmente hanno una casa e una vera madre.
“Non ci sarebbe potuto essere spettacolo più dolce, eppure non c’era nessuno ad assistervi. Nessuno, tranne uno strano ragazzo, che sbirciava da dietro la finestra.
Peter Pan conosceva gioie innumerevoli che gli altri bambini non avrebbero mai potuto provare; eppure, ora stava osservando, attraverso i vetri di una finestra, quell’unica gioia da cui sarebbe stato escluso per sempre.”
Ah, ah. Il mio cuore. Esploso. Di nuovo. Dannazione.


Elementi soppressi

Nel film Disney – sì, lo so, ho detto quarantacinque volte queste parole, gomen – sono stati tagliuzzati via, o proprio falciati impietosamente, sia cose superflue la cui assenza non si fa sentire troppo che cose un po’ più, ehm, di spessore. Cose che tutt’oggi mi chiedo perché diamine abbiano proprio dovuto tranciarle, ma okay.
In ordine di importanza.

– Si è saltata a pie’ pari tutta la faccenda relativa al bacio e al ditale, una delle cose più celeberrime di Peter Pan tutto (anche solo avendo visto Hook si dovrebbe sapere quanta importanza ha).
Riassumendo per chi non avesse avuto il piacere di vedere né Hook né il Peter Pan di Hogan del 2003. Quando Peter e Wendy discorrono, durante il loro primissimo incontro, Peter si mostra molto a modo e dice cose estremamente lusinghiere per Wendy, come che una bambina da sola vale più di venti maschietti.
Lei, fra una cosa e l’altra, dice che vorrebbe dargli un bacio; tuttavia lui non sa cos’è un bacio, quindi tende la mano, aspettando che lei glielo dia. Per non offenderlo o mortificarlo, Wendy con gran delicatezza gli regala il suo ditale (tirato fuori insieme a tutto il set da cucito quanto gli ha sistemato l’ombra). Peter, per ricambiare, le dà una ghianda recuperata dai suoi stessi vestiti, che Wendy appenderà al collo. Come già detto, è stata un’idea molto saggia oltre che dolce in quanto la cosa le ha salvato la vita.
Poco dopo, Wendy ripete le stesse parole, dimenticando che lui non sa di cosa sta parlando; Peter fa per restituirle il “bacio” che lei gli ha dato e lei, commossa, lo trattiene e si corregge, specificando che vorrebbe dargli un ditale. E riesce anche a darglielo, questo ditale, sebbene Trilly poi l’abbia aggredita. Nel libro non è specificato se ne siano scambiati altri, lol, ma io credo di sì.

– Altro grande assente è il bacio nascosto. Viene spiegato che la signora Darling, all’angolo destro della sua bocca, ha un cosiddetto “bacio nascosto”, un bacio che nessuno riesce mai a prendere, né lo stesso marito, né Wendy.
Alla fine della storia, ovviamente, è Peter ad accaparrarselo.
Questo non ha davvero a che fare con la trama in sé e per sé, ma contribuisce a tutta la vasta simbologia creata da Barrie durante la storia. Il bacio può essere visto in svariati modi – l’amore fra Wendy e la sua mamma, o Peter stesso – e il suo mistero è una di quelle cose che rendono la storia di Peter Pan tanto speciale.

– Nel film non viene poi costruita la piccola casa per Wendy. In realtà non è proprio di fondamentale importanza, sebbene la si sfrutti in un paio di occasioni; più che altro, è un modo per mostrare il grande rispetto che hanno i ragazzi verso Wendy (e, quindi, per le femmine e soprattutto per le madri). Suddetta piccola casa, inizialmente, viene costruita intorno a Wendy dopo l’incidente con la freccia; non potevano certo lasciarla lì abbandonata, ma pareva troppo indecoroso sollevarla, toccacciarla e portarla nella loro casa sotterranea. Quindi la casa gliel’hanno costruita intorno. Dopodiché, Wendy ha sempre continuato a dormire lì da sola, mentre i ragazzi dormivano tutti nel lettone di sotto.

– Altra cosa tagliata impietosamente è stata la grande battaglia fra gli indiani e i pirati subito prima del rapimento dei Bimbi Sperduti. C’è da dire che anche nel libro, per quanto Barrie abbia perso quattro pagine molto dettagliate per raccontarci le strategie usuali e quelle messe in pratica da ambo le parti in quella particolare notte, della battaglia non viene mostrato niente, dato che è stata a tutti gli effetti una strage – a quanto pare, solo Giglio Tigrato e pochi altri guerrieri si sono salvati.

– Nel film si è sorvolato con grande eleganza sull’atmosfera spaventosa che trovano i tre Darling al loro arrivo sull’Isola (che è pur sempre un’isola tropicale nata dalle fantasie dei piccoli e, appunto, “in quei due minuti prima di addormentarsi fa paura davvero“).

– I Darling, in teoria, hanno anche una domestica, Liza, che nella recita alla fine diventa la madre di Volpuccio, mentre nel libro è una bambina di dieci anni.

– Verso la fine della storia, il signor Darling è tanto tormentato dal rimorso, ritenendosi primo responsabile per la fuga dei bambini, che come auto-punizione decide di vivere nella cuccia di Nana.

– Nell’Isolachenonc’è, il clima è legato alla presenza e all’umore di Peter. Quando lui è assente, nell’Isola tutto si muove per inerzia; come diceva Barrie, i pirati gozzovigliano, i bambini continuano con i loro giochi, gli indiani banchettano per sei giorni e sei notti di fila, le belve si preoccupano dei loro cuccioli. Poi, al suo ritorno, tutto riprende la frenetica attiva.
Nel film Disney il clima va per conto suo.

Miscellanea: nel libro, i Darling sono una famiglia non-esattamente-benestante (insomma, tirano a campare); ci si sofferma sulle “avventure come madre dei piccoli Bimbi Sperduti” di Wendy; le entrate alla casa sotterranea sono diverse (una per ogni bambino, intagliate in diversi alberi); i bambini crescono anche se stanno lì – il tempo scorre in modo bizzarro, ma scorre; vengono menzionate varie altre avventure dei ragazzi e piani dei pirati.


Altre differenze globali

Quassù mi sono attenuta a quello che era rimasto della trama vera e propria e com’era stato modificato; ora vediamo anche le altre differenze, quelle generiche, e le aggiunte.

Seconda stella a destra? Oh no, no. “Seconda a destra”. Via, strada, quello che vi pare. E Peter stava dicendo cose a caso.
Sì, uno dei più grandi tormentoni del film Disney deriva, appunto, dal film stesso. Peter senza dubbio sa benissimo come si arriva all’Isolachenonc’è, ma non sarebbe in grado di spiegarlo a parole – e poi, letteralmente, “Il problema era che Peter diceva tutto quanto gli passava per il capo”.

– Collegato a questo: nel film Disney… e per la verità in praticamente tutte le riduzioni cinematografiche… il viaggio verso l’Isolachenonc’è viene posto in modo molto scenografico e psichedelico, sì, ma faccenda di massimo due minuti.
In realtà, nel libro viene presentata come una cosa estremamente reale e, quindi, lunga; i bambini spiegano di aver volato per giorni e giorni, John accenna al fatto che quello è il “terzo mare che sorvolano”, a volte rischiano di addormentarsi (pericoloso perché, ovviamente, se ci si addormenta in volo si precipita) e hanno bisogno di mangiare.

– Sempre sul tema. Tutto il film Disney si svolge nell’arco di una sola notte. O meglio, essendo sottinteso che nella loro Isolachenonc’è il tempo è proprio fermo, magari di là sono anche passate settimane, ma quando poi tornano i signori Darling nemmeno hanno fatto in tempo ad accorgersi della fuga.
Invece, come abbiamo già detto, il viaggio sia di andata che di ritorno è lungo e il tempo sull’Isola scorre comunque, tanto che nel libro, da quello che dicono, possiamo dedurre siano passati sei mesi, se non addirittura un anno e mezzo.
Questo perché la sera della fuga viene accennato che Liza stava preparando i budini di Natale (cosa sensata anche considerando che la recita è stata inscenata per la prima volta il 27 dicembre) mentre, al ritorno, Peter dice che “toccheranno le Azzorre il 21 giugno”. Certo essendo Peter potrebbe darsi che stesse dicendo cose a caso come al solito, ma abbiamo una conferma; in seguito Wendy e Peter si sono rivisti alla primavera successiva, a quanto pare un intero anno dopo… quindi, in effetti, ci sta che i bambini siano partiti a dicembre e ritornati a luglio. Tuttavia non sono ben sicura se siano tornati a luglio dell’anno subito dopo o quello dopo ancora, anyway.

– La scena di Peter e Wendy con le sirene e tutto il loro dialogo l’hanno aggiunta nel film; nel libro, le sirene non vengono mai mostrate in “diretta”, in quanto pare rifuggano tutti i bambini (tranne Peter, ma questo non c’è bisogno di dirlo).

– Giglio Tigrato NON bacia Peter nel libro, ma dice che vorrebbe essere qualcosa per lui; di contro, Peter non si dimostra molto entusiasta della cosa, anzi, non capisce affatto di che stia parlando.

– Aggiunta è anche la scena di caccia di John, Michael e gli altri Bimbi Sperduti (e la conseguente cattura dagli indiani) benché nel libro si accenni ad una battaglia fra di loro (che, però, alla fine versava meglio per i Bimbi Sperduti, quindi.)

– Il galeone di Uncino è probabile lo abbiano abbandonato da qualche parte (forse proprio nelle Azzorre, lol) non hanno continuato ad usarlo per svolazzare in giro. (Anche perché alla fine erano rimasti solo Peter e Trilly, quindi…)

– Un’aggiunta a mio parere pessima, invece, è stato il tradimento di Trilly che nel film rivela ai pirati dove si trova la casa dei Bimbi Sperduti.
Posto che Trilly non avrebbe mai fatto una cosa del genere nemmeno per liberarsi dell’odiata Wendy, nel libro i pirati scoprono praticamente all’inizio dell’avventura dove si trova la casa sotterranea (Uncino si siede per sbaglio su un fungo che loro usavano per coprire il comignolo); l’unico problema era capire come si arrivasse di sotto, cosa che accadrà dopo, quando rapiranno i bambini.

– In realtà, in linea generale, sono stati modificati anche i caratteri di tutti gli altri personaggi.
Wendy nel libro è un poco più vanesia (e sensibile alle lusinghe, diciamo, ecco) e orgogliosa; è innamorata di Peter e il suo principale cruccio è che sa benissimo che lui la considera solo e soltanto come una madre (infatti gli chiede, più volte, “Peter, quali sono i tuoi sentimenti per me?”). In realtà Wendy è un personaggio relativamente articolato, pur essendo solo una bambina; basti dire che quella Disney è stata semplificata al massimo e resa più, per dirla con una mia amica, una pudica damigella inglese.
Il signor Darling, poi. Quello che incontriamo nel libro è uno dei più grandi tsundere della storia della letteratura un uomo infantile, impulsivo e con un brutto temperamento; ha tanto bisogno di attenzioni e di sentirsi rassicurato in continuazione. Che in sostanza è l’opposto dell’integerrimo George Darling della Disney che critica i suoi figli l’eccessiva immaturità.
I Bimbi Sperduti nel libro/recita hanno anche un carattere ben definito, tanto che sono tutti perfettamente distinguibili (giusto due, Pennino e Orsetto, rimangono un po’ sul vago) mentre nel film Disney sono un po’…. come dire… fatti a caso. *Interscambiabili*.
Non rimane traccia di quello che rende la signora Darling un personaggio tanto apprezzabile o, più precisamente, una madre che tanto ama i suoi piccoli.


Okay, ma ci sono cose che non cambiano affatto?

– Buono che nel film Disney Peter abbia mantenuto la sua abitudine di fare il canto del gallo quand’è particolarmente su di giri.

– Trilly, se non fosse per la stupidissima trovata del tradimento, sarebbe il personaggio più fedele all’originale, per com’è resa.

E basta, sì, non è un paragrafo molto corposo ma non c’è granché da dire.


Toni&Temi

Da quanto detto qui sopra, si può concludere che tutti i personaggi sono andati incontro ad una semplificazione estrema – soprattutto Peter, per il quale si è fatto di tutto pur di renderlo meno “umano” possibile. – e che la storia è stata privata di tutti quei suoi risvolti più oscuri e “profondi”, ciò che la rende, al solito, “deliziosamente eccitante“.
Sì, lo so, non dovrebbe stupire perché “è Disney”. Ma, in tutta onestà, mettendolo a confronto con svariati altri film Disney (sia successivi che più vicini, presente Pinocchio e le sue scene disturbanti?) mi sembra che sia stato indorato fin troppo pure per i loro standard.
Comunque sia, probabilmente una delle sue più grandi colpe è un’altra. Peter Pan è anche una storia sulle madri. E’ la storia di un ragazzino che non vuole crescere, è la storia di una bambina innamorata di suddetto ragazzino, ma è anche una storia sull’amore delle madri per i loro bambini.
Non sempre in senso positivo. Ci sono anche madri che si dimenticano dei loro piccoli, madri che chiudono le finestre.
Ma, in generale, il tema della madre e del rapporto con i suoi bambini è uno degli elementi fondamentali di Peter Pan, ritorna in qualunque accezione lo si voglia prendere – Peter è così ostile alle madri perché profondamente deluso dalla sua; Wendy va a fare la madre dei Bimbi Sperduti; la signora Darling non chiude mai, mai la finestra, e sarebbe disposta ad aspettare per sempre i suoi demonietti.
Le madri sono viste con gran rispetto, così come le donne tutte – e riguardo il rispetto per le ragazze, anche Peter è d’accordo; è il primo a dire che “le femmine sono troppo astute per cadere dalle carrozzelle” e che “una bambina vale più di venti bimbi”.
Ora guardiamo un attimo al film Disney e vediamo cosa rimane di questo: esatto, un accidente. A parte quell’unica canzone che, messa in questi termini, mi sembra pure un po’ fuori luogo.
Anzi, a dire il vero, è il signor Darling quello ad avere più risalto. All’inizio certo non fa bella figura, ma poi si riprende sul finale guadagnandosi tutte le attenzioni. La signora Darling, nel film, fa qualche debole tentativo di far ragionare il marito, ma rimane pur sempre lui quello “al comando”. Cooome dire, no.


Conclusioni

Forse sarà potuto sembrare il contrario, ma di mio non odio il film Disney. E’ estremamente diverso, molto, i personaggi perdono il 90% del loro charme, la trama ai bambini di oggi non sembrerà poi così speciale.
Eppure riesce a trasmettere almeno una stilla della magia originale. E’ complicato vederla; bisogna concentrarsi e guardare oltre le apparenze. Ma se ci si concentra un attimo sugli elementi singoli… dei bambini che volano e si posano sulle lancette del Big Ben, una fata gelosa e alquanto vanesia, bambini vestiti di pelliccia, la musica, “il fruscio della risacca”, lo splash delle sirene che tornano sott’acqua, la casa sotterranea, il canto dei pirati… un pochino pochino, forse, si può intuire quanto sia meraviglioso quello che c’è dietro.
Ciò non toglie che consiglio di prendere il film per quello che è: buono come presentazione delle ambientazioni, pessimo per conoscere i personaggi. Una versione estremamente edulcorata della storia.
Per chi non avesse modo di leggere il libro, consiglierei la visione del Peter Pan del 2003 di Hogan, che è una delle versioni cinematografiche più fedeli in assoluto. Oddio, non che segua tutto paro paro, anche quello ha le sue differenze, ma sono infinitamente meno x° (e, soprattutto, quel film riesce a comunicarla eccome, la magia dell’originale).

Eeee questo è quanto, anche se prevedo un post simile per il futuro; solo, ovviamente, sarebbe di confronto fra il film di Hogan e l’originale. *O*/
Vi saluto.
Bye!