Ah, Silent Hill è uno dei ricordi più emozionanti della mia infanzia.
Come non ripensare, con dovizia di particolari, a tutte quelle notti – in orari tranquilli tranquilli, tipo le quattro – che ho passato appostata accanto al letto di mio zio. Chiusi nella sua camera. Al buio. Lui concentratissimo sul piccolo schermo del televisore, il joystick in mano. Mia madre lì accanto che gli leggeva le soluzioni da un giornale – perché sì, nella remota epoca del… quand’era, il 99?, ancora non c’erano i walkthrough su youtube, ma le soluzioni su rivista. Scritte a puntate, tra l’altro.
E io che scrutavo lo schermo con occhi sgranati. Sì, mi hanno traumatizzata a vita. E dire che mio zio non l’aveva mai neanche finito, il gioco. S’era perso nell’ospedale.
Secoli dopo, una volta diventata molto più skillata con i videogiochi – e, dopo anni di esperienze traumatiche, del tutto refrattaria all’horror (infatti gli horror ora per lo più mi causano ilarità compulsiva o incazzera bruciante) – una bella sera mi ero detta: ma alla fine non ho mai saputo come cacchiarola finisse Silent Hill. Sai che faccio, mi vedo un walkthrough.
*Intreccia dita* Ed è successo quel che non mi aspettavo. L’ho trovato figo. No, peggio: l’ho trovato fighissimo e soprattutto ben costruito, specie quando sono venuta a sapere di tutta la sconfinata simbologia che erano riusciti a ficcarci in un solo videogioco.
Poi ho avuto la bellissima idea di vedermi anche Silent Hill 2, e lì è stata seriamente la fine.
Da allora sognavo di scrivere una bella analisi e fare una riassuntino carino carino di tutto quanto di simbolico o presunto tale vi fosse in Silent Hill. Ebbene, cari amici, quel giorno è oggi. (?)

Silent Hill Boxart
La boxart di Silent Hill

Prima di tutto, la doverosa premessa:
… ma cosa diamine è Silent Hill?
Questa, signori miei, è un’ottima domanda. Le mie fonti di informazione sono la visione integrale di Silent Hill 1 e 2, plus una luuunga navigazione sulla wiki inglese dedicata a questi videogiochi. Bon, che dire…
Per dirla con la Wiki, ad una prima occhiata Silent Hill potrebbe sembrare la “classica cittadina turistica del New England”. Niente di bizzarro, niente di eccezionale.
Poi vai ad indagare un pochettino e scopri c’è una setta religiosa di fanatici completamente fuori di testa che venerano divinità aliene, oppure che nel lago Toluca (che la città costeggia) affonda qualsiasi nave abbia la brutta idea di attraversarlo.
Possiamo dire che, ovviamente, Silent Hill è stata costruita su un territorio sacro agli indiani, considerato ricco di potenziale magico. Qualcuno è stato bruciato sul rogo all’epoca del processo di Salem. Poi ci fu un’epidemia, la prima, che sterminò praticamente chiunque si fosse stabilito là.
Tempo dopo si stabilirono altre persone: una colonia penale che tirò su un bel carcere e un ospedale. Furono i primi a chiamare la città “Silent Hill”, e sono anche quelli che si sono beccati la seconda epidemia. Stando alla wiki, questo è il momento in cui il potere originale della città è stato distorto.
Questo giusto per fare una piccola parentesi storica, poi sono successe tutte quelle simpatiche cosette di cui si è narrato nei videogiochi. Now.
Di base, il territorio su cui sorge Silent Hill è appunto un territorio magico: lo chiamavano “la terra degli spiriti silenziosi” e, anche se non fosse stato magico di suo, dopo secoli che gli indiani ci svolgevano riti religiosi lo è diventato per forza di cose.
Dopodiché, che è successo? E’ successo che fra la colonizzazione dell’America e il massacro dei residenti originali, qualunque forza giacesse lì si è alterata. Non è difficile pensare che la primissima epidemia del sobborgo fosse, a tutti gli effetti, una punizione – un riscontro karmico. O anche un modo per liberarsi di quei nuovi inquilini indesiderati.
Poi hanno continuato a susseguirsi cose brutte una dietro l’altra – il rogo della “strega”, la costruzione di una prigione dove sono abbastanza sicura la gente non si divertisse molto, un ospedale che venne sovraccaricato alla seconda epidemia.
E quindi, appunto, il potere di quel luogo è stato contaminato. Anzi, del tutto saturato da dolore, morti, cattiveria, cose inumane.
Perché la… magia, non trovo altro modo di definirla, funziona così: non è né buona, né cattiva. Siamo noi e quello che ci mettiamo dentro a farla andare in una direzione o nell’altra.
Perciò la città è diventata un luogo… “maledetto”, dove il proprio riscontro karmico, se ci si azzarda a far qualcosa di male, è alquanto immediato. E violento. E potrebbe succedere qualcosa di brutto ANCHE se non si è proprio-proprio meritato, ma si è solo finiti coinvolti in storie altrui.
Da com’è posta la faccenda in Silent Hill 2, possiamo concludere che la città è diventata un vero e proprio Purgatorio: chiunque finisca lì, se ha un peso che gli grava sulla coscienza, vedrà manifestato tutto quello che si porta dentro tramite i mostri e i pericoli. Le proprie paure, le proprie colpe, i propri segreti. Non gli verrà risparmiato niente. L’esempio più eclatante di questo è il celeberrimo Pyramid Head, che rappresenta il senso di colpa del protagonista per aver ucciso sua moglie – e il suo desiderio di ricevere la giusta punizione.
Poi sta alla persona uscire tutto intero da quello che è il suo Purgatorio personale. Personale, letteralmente: ognuno ci vede qualcosa di diverso. Il protagonista del 2, ad esempio, trova tutta Silent Hill… non arrugginita, più che altro ossidata e corrosa, come per effetto della forte umidità. E tutta la storia sua e della moglie ruota intorno alle acque del lago Toluca. Gli altri disgraziati che si incontrano, invece, hanno i loro problemi: la ragazza che ha subito abusi (Angela) la si trova la si ritrova in una stanza molto… evocativa (con buchi sulla parete e pistoni che emergono a tempo), mentre il tipo che è sempre stato preso in giro perché era in sovrappeso (Eddie) lo si affronta in una sottospecie di mattatoio con corpi umani appesi.
Come dimostra anche Laura nel 2, invece, se non si è fatto nulla per cui dover pagare, la città apparirà per quello che è: abbandonata e molto, molto silenziosa.
Tuttavia, nel primo gioco la città non ha funzione di Purgatorio, ma è semplicemente il luogo in cui è ambientato l’incubo perenne di Alessa.
Possiamo dire che si divide in tre dimensioni parallele: la città vera e propria (quella molto silenziosa di cui sopra), il Mondo di Nebbia (quello in cui ci si muove di solito e sembra che nevichi. Ecco, nonostante il nome non è nebbia/neve, è cenere) e l’AltroMondo… o in inglese, Otherworld (quello bello arrugginito).
(Perdonatemi se chiamerò l’Otherworld in inglese ma mi suona meglio, coff.)
La città vera e propria, nel primo gioco, si vede molto poco. Anzi, direi per niente. à_à’ Tutto il tempo lo si passa a trastullarsi tra il Mondo di Cenere e quello dell’Incubo.
Tutto quanto è partito dall’incendio che ha distrutto la casa, e soprattutto il corpo e la vita, di Alessa.
Quindi in questi due mondi, in questo gioco, tutto è a tema fuoco o meglio, della devastazione che porta.
Il Mondo Nebbioso è ricoperto di cenere perché, beh, della casa bruciata non è rimasto altro che quello. E la cenere cade costantemente, senza fermarsi mai, così come Alessa non ha potuto ricostruire la sua vita dopo, come le sue ferite non guariscono. C’è stato un incendio e nient’altro.
(Nota divertente: a livello tecnico, questa scelta fu fatta anche per coprire i limiti grafici dell’epoca, dato che tutto sarebbe stato invischiato in una nebbia perenne perfetta come camuffamento dei contorni. Tuttavia l’impatto sulla psiche dei giocatori è stato notevole, tanto da far diventare la nebbia/cenere/impedimento visivo uno dei marchi di fabbrica di qualsiasi gioco di Silent Hill).
Il passaggio dal Mondo Nebbioso all’Otherworld viene annunciato dall’ululato di una sirena perché, semplicemente, la sirena dei pompieri accorsi a sedare l’incendio è l’ultima cosa che Alessa ha sentito prima di precipitare nel SUO personalissimo incubo.
L’Otherworld è la versione ancor più decadente e distorta della città. E’ tutto completamente buio, non ci sono nemmeno luci artificiali.
La ruggine ricopre ogni cosa – ruggine, che sembra carne bruciata.
Ovunque si trovano sangue e cadaveri – l’odio e il desiderio di vendetta di Alessa.
Non c’è più asfalto né pavimenti: si cammina su enormi grate, pericolanti e arrugginite, che danno sul vuoto – il senso di instabilità, di poter precipitare da un momento all’altro?
E tutti i mostri che si incontrano qui, ovviamente, rappresentano le paure, i traumi e i dolori di Alessa, piuttosto che quelli del protagonista – perché questo è il suo incubo e di nessuno altro.
Inoltre nel primo gioco ci sarebbe un altro spazio ancora, il… Nowhere. In realtà ci si muove praticamente in mezzo ai ricordi, quindi si potrebbe chiamare “mondo delle memorie”.
Pare che, a tutti gli effetti, il Mondo Nebbioso e l’Otherworld siano… nient’altro che un sogno, appunto: il Mondo Nebbioso è la fase di sonno tranquilla (e più lunga, infatti) mentre l’Otherworld arriva quando Alessa entra nella fase REM e, dunque, sogna. Cose poco carine.
Certo, come può testimoniarci Harry, sono sogni molto concreti e molto assetati di sangue.
Ci sono altri momenti in cui viene lasciato intuire che si parli di sogni: in uno dei bad end, ad esempio, si vede Harry in macchina, sanguinante, ed è sottinteso che tutto il gioco non fosse altro che una sua allucinazione prima di morire (si inizia pur sempre con un incidente in auto, no?). Durante la giocata, invece, Harry si sveglia più volte all’Ospedale Alchemilla – di solito dopo gli scambi Otherworld/Mondo Nebbioso – e Lisa asserisce che lui non si sia mai mosso di lì, profondamente addormentato.
Non sono sicura che la faccenda della fase REM sia applicabile anche nel 2 o in generale negli altri giochi, questo vorrebbe dire che per praticamente tutto il tempo i protagonisti stiano “sognando”. òwò Certo l’ending considerato canon di Silent Hill 2 – Sott’acqua – implicherebbe che l’intera vicenda del gioco sia stata tutto un lungo sogno/allucinazione di James quando si è buttato nel lago Toluca con la macchina, quindi… potremmo dire di sì.


Quindi, in linea di massima, Silent Hill è un Purgatorio dove, tramite sogni o incubi estremamente reali, si possono scontare le proprie pene. (Per Alessa non era così, ovviamente, ma per tutte le persone che ci ha trascinato dentro sì).
… ma che succede se si fallisce? Se la persona non riesce a superare la prova per cui era stata chiamata, a compiere il suo dovere?
Pare che entri nel cosiddetto Full Cycle, nome coniato in Silent Hill: Downpour. Se la persona fallisce nel fare QUALUNQUE cosa dovesse fare, rimane a vagare per Silent Hill. Fine. Non viva, ma neanche morta. Costretta a scontare la sua pena finché non riuscirà a superarsi e andare avanti. Potrebbe essere il destino infame che è toccato all’infermiera Lisa Garland, per dire. (Quindi, sempre in linea teorica, potrebbero essere ancora in grado di salvarsi o venire salvati).


Ultima cosa! Ora che abbiamo chiarito cos’è la città, quali sono le sue regole e cosa rappresentano i mostri e i pericoli di cui è cosparsa…
… ma i mostri, oggettivamente parlando, COSA sono?
Questo non è mai stato specificato, abbiamo solo alcune ipotesi piuttosto concrete.
I mostri di Silent Hill, al di là del loro significato, potrebbero essere:
1. Anime dannate rimaste incastrate a Silent Hill.
Magari vittime del Full Cycle di cui sopra, oppure no. Anime che non possono lasciare la città. Ogni qual volta arriva qualcuno di “nuovo” su cui la città vuole agire, cambiano il loro aspetto e modo di comportarsi a seconda della psiche di quella persona, di modo da poter agire come supplizio personalizzato. (Che detto così…)
No, non ho idea se questo implichi che ucciderli sia come eliminare quell’anima oppure liberarla.
2. In realtà non c’è nessun mostro, ed è tutto nella testa dei personaggi. (Plausibile anche questo, visto che si parla dei LORO traumi/paure/etc.)
3. Anche alcuni esseri umani, a seconda del volere della città e dello stato mentale in cui versa il personaggio, potrebbero apparire come mostri. (Possibilità aperta per la prima volta in Silent Hill 3)
4. Potrebbero essere effettivamente normali persone che, però, sono state tramutate in mostri.
Questo è il caso dei dottori e delle infermiere del primo (“Dottori Marionetta” e “Infermiere Marionetta”, li chiamano). Tutto lo staff medico dell’Ospedale Alchemilla è stato infettato da un parassita per volere di Alessa, portandoli a diventare… beh, quelli. E’ anche ciò che stava succedendo a Cybil Bennett, la poliziotta, quando la si affronta.
Inoltre, sarebbe anche la condizione in cui si trovano TUTTI i mostri del film di Silent Hill.


Possiamo dire che questo sia il meccanismo della città.
In realtà, Silent Hill di suo non è nemmeno cattiva: sono le persone che ci finiscono ad estrarre il peggio della città – e da loro stessi.
So, please, non andate mai a fare una vacanza da quelle parti <3
Per quest’oggi è tutto, gente, ma il divertimento non finisce qui! Ci sono tutte le analisi dei mostri da fare. ^_^ (Quelle del primo le ho quasi completate, potrò postarle a breve!) Per non parlare degli ending e delle condizioni per prenderli del secondo. Abbiamo ancora molto di cui chiacchierare ma, per ora, vi saluto!
Bye!