Yohoo!
Ora, a me Atlantis – L’impero perduto è sempre piaciuto moltissimo. Sarà che era uno dei film preferiti di mio fratello e avevamo la videocassetta – il che implica averlo rivisto quei due, tre milioni di volte che ti portano a ricordare a memoria ogni_singolo_frame e sussurrare le battute in anticipo, sarà che lo guardavo nel magico (?) periodo della preadolescenza dove cominciamo a forgiare i nostri gusti e quant’altro. Sarà che per l’epoca era un film Disney abbastanza innovativo.
Sta di fatto tutti e tre i milioni di volte l’ho rivisto volentieri, ne conservavo un buon ricordo e mi sono sempre chiesta com’è che non fosse più popolare.
Well, l’ho rivisto da poco – probabilmente l’ultima volta era stata prima che ci si guastasse il videoregistratore, ovvero circa dieci anni fa – e no, non mi ero mai presa la briga di cercarlo in streaming – e l’ho esaminato con occhio un pelino meno incantato e un pelino più critico.
… à__à
Now, continuerò ad averne un buon ricordo, ma in effetti ci sono dei difettucci a cui non avevo mai prestato troppa attenzione.
Quindi, una piccola disamina su Atlantis – L’impero perduto: quei difetti risparmiabilissimi che un po’ lo sciupano, ma anche quei pregi che comunque lo mantengono nell’ambito del film più che buono.
In ordine decrescente perché mi va. (?)


1. Il film è una strage dall’inizio alla fine.
Seriamente, non ci avevo mai fatto caso, ma il Bilancio Defunti, alla fine, è critico. Andando con ordine:
_ Tutti gli Atlantidei che non sono riusciti ad arrivare nella zona sicura prima che Atlantide sprofondasse.
(E vabbé, questi glieli possiamo passare, d’altronde se si parla di continente sommerso/distrutto qualche morto ce lo si aspetta)
+ Tutti i membri della spedizione per ritrovare Atlantide tranne Milo e i sette comprimari “buoni” (Audrey, Vincenzo, Molière, Dolce, la signora Packard e Coockie). Ora, Rourke aveva detto che all’inizio della missione erano almeno duecento persone, dunque 200 – 7 = 193. Complimenti!
Questi, onestamente, sono un po’ meno comprensibili. Okay, la morte di Rourke era meritatissima. Quella di Helga magari un po’ di meno, ma è comunque in linea con il suo personaggio – lei non è né buona né cattiva, è solo avida; ha qualche rimorso all’inizio (“Signore, non era previsto che questo posto fosse abitato. Questo cambia tutto.” “Questo non cambia niente”.) e tuttavia continua imperterrita nel suo scopo. Alla fine muore e muore facendo qualcosa di positivo per gli altri – colpire la mongolfiera con cui Rourke sta fuggendo – anche se dal suo punto di vista è solo vendetta nei confronti di Rourke. Fosse stato un altro film Disney, probabilmente si sarebbe salvata. à_à
Quello che non comprendo è se c’era DAVVERO bisogno di sterminare Ogni Singolo Membro della spedizione. Non gente necessariamente cattiva o avida o che altro, solo gente che è stata assunta e pagata per fare quel lavoro. Tutta la gente al lavoro sul sottomarino, morti in esplosioni o morti affogati. Tutta la gente che si sono portati dietro ad Atlantide, morti nell’eruzione del vulcano.
Da un certo punto in poi, tutta questa gente viene fatta vedere tipo in tenuta antisommossa e armata fino ai denti, il viso coperto – probabilmente per fare sembrare il macello finale meno peggio di quanto non sia, così nessuno avrebbe prestato loro troppa attenzione. Sì, ma non scordiamoci che questa era gente normale fino a due minuti prima!
Non so, credo che avrebbero potuto gestirsela meglio. Anche qualcuno di questi disgraziati avrebbe potuto ribellarsi quando Rourke cerca di rubare il cristallo: smontare dal camion e rimanere ad Atlantide insieme ai Raccomandat- Protagonistih Buonih, semplicemente. Che poi tanto buoni non sono, quindi se cambiano idea loro non vedo perché ‘sta gente no. x° Mi sembra davvero poco credibile che di questa gente NESSUNO si sia fatto due domande sullo sterminio di una civiltà intera.
+ Il padre di Kida.
+ Atlantidei random nella battaglia finale.
Insomma, una popolazione e più di duecento persone. Dev’essere il film Disney con il tasso di mortalità più alto della storia.

2. Come viene presentato Milo all’inizio – e per la verità, continua così fin quando non incontra Kida.
All’inizio del film, detto terra terra, Milo viene presentato come uno sfigatello snobbato da tutti; ha un lavoro che non lo soddisfa e qualsiasi tentativo che faccia per andare più avanti viene deliberatamente sabotato. Il suo amato nonno era diventato uno zimbello della comunità accademica. Vive da solo con un gatto – srsl, niente contro il gatto che i gatti sono bellissimi, ma sei davvero uno zitello gattaro? – e riesce a fare una pessima figura con CHIUNQUE sia presente nel raggio di dodici chilometri (tranne il signor Whitmore, che però parte bene con lui solo perché è il nipote del suo migliore amico). Più che presentare un personaggio con una vita mediamente disastrata come siamo tutti all’inizio della nostra personalissima storia, con Milo si sfocia nel patetico… non tanto per lui, che rimane comunque simpatico, ma per come lo tratta chiunque abbia intorno! Perché il suo essere il nerd sfigatello della situazione non cambia di una virgola per quanto lui si comporti bene/sia d’aiuto/sia gentile con tutti. Fino praticamente a metà film, l’unico che si sia comportato bene con lui fin da subito è appunto il signor Whitmore. (E anche Helga, a voler essere onesti). Sembra che il film stesso voglia farlo passare per idiota. Questa cosa cambia solo all’apparizione mistica di Kida che, pur prendendo in giro Milo, lo fa in modo accettabile e perfino l’atmosfera intorno a lui sembra cambiare.
Ora, non so se l’idea fosse esattamente questa – far vedere quanto Milo fosse fuori posto nel mondo di sopra, dove nessuno l’ha capito e non ha niente da perderci, mentre Atlantide è il posto giusto per lui – ma mi è sembrato alquanto esasperato. Sono sicura ci fossero modi un po’ più soft per farlo sembrare fuori dal mondo. O meglio, che qualche gag ai suoi danni ce la si potesse risparmiare.
E questo si ricollega al prossimo punto…

3. La schizofrenia dei comprimari.
Non fraintendetemi, la compaggine di Atlantis mi sta molto simpatica. Il dottor Dolce è un figo e Vincenzo mi fa piegare in due ogni volta che apre bocca. Okay.
Tuttavia, non posso negare che il loro comportamento iniziale con Milo mi abbia lasciato un po’ perplessa: tutti quanti partono restii nei suoi confronti – tranne Dolce, che però cambia idea di lì a poco senza alcuna ragione (?) – e vabbé, questo potrei capirlo. Sono un gruppo di avventurieri che insieme hanno passato chissà quante Apocalissi: è ovvio che il nuovo arrivato non venga accolto subito a braccia aperte, insomma, deve guadagnarsi la fiducia. Ecco.
Sì, l’idea era questa, presumo. Ma nel film, quel che viene oggettivamente mostrato è che tutta questa gente lo tratta male per buona parte della spedizione (lo prendono in giro, gli fanno scherzi, non lo aiutano, lasciano che stia sempre isolato durante i pasti) poi, di punto in bianco, Dolce dice “Mah, forse siamo stati troppo duri con lui” e lo invitano a mangiare con loro. Da qui, niente niente, tutti lo trattano bene e amici come prima (cioè, amici come non erano mai stati).
…? L’UNICA cosa che avrebbe potuto mettere Milo in una luce più positiva, qui, è quando aiuta Audrey con la caldaia della trivella. Non c’è un crescendo, non ci sono prima errori e poi loro che imparano ad accettarlo nel gruppo: ci sono solo loro che prima lo trattano da pezza per i piedi, e poi quando gli gira lo accolgono a braccia aperte. What. Una cosa più graduale avrebbe avuto più senso. x° (E sì che, in questo pezzo, sarebbe bastato invertire l’ordine di alcune scene e mettere i racconti sul background dei personaggi sparpagliati, anziché tutti insieme).


Come si può notare TUTTI questi difetti sono concentrati nella prima parte del film – tranne la strage che va da inizio a fine, ma in effetti la maggioranza è tutta all’inizio. Nella seconda parte, ovvero tutto ciò che succede ad Atlantide, ho difficoltà a trovarci un difetto che sia mezzo. L’impressione generale che ne ho ricavato è che gli autori abbiano voluto comprimere un po’ troppe cose nella prima parte per lasciarsi campo libero nella seconda – così da lasciare pure da soli Milo e Kida. E dunque la seconda parte scorre benissimo, d’accordo, ma… à__à
In tutto ciò, Kida appare poco e niente ma capisco che nel suo caso non si poteva fare altrimenti.

Orrra che abbiamo disquisito dei difetti magari parliamo anche dei pregi, mh?
Perché i difetti che ho elencato qua sopra possono far arricciare il naso o far porre qualche domanda esistenziale – vi dirò, la cosa che più turba me è il massacro continuo di Milo. Sì, mi sta simpatico. – ma, almeno, non sono cose che danneggiano gli sviluppi della trama o la coerenza generale.
… A parte il momento di schizofrenia da ciclati dei comprimari, ma si sono ripresi dopo. Almeno. Concediamoglielo.
Comunque, dicevo, nonostante questi difetti sono tutt’ora convinta che Atlantis – L’impero perduto sia un ottimo film.
Come sempre, pensare alle cose belle è più difficile. Ci ho messo un po’ per chiarirmi – anche da sola – cosa mi ci avesse fatto affezionare, quand’ero più piccola. Cosa me l’avesse fatto sembrare particolare.
Questo è il risultato dell’analisi. à__à


1. I personaggi principali sono tanti e umani.
Per carità, di solito amo i sidekick della Disney. Che siano animaletti carini come Pascal da Tangled o il Tappeto Volante di Aladdin, risultano sempre simpatici e funzionali. Solo. Fa piacere, di tanto in tanto, vedere un gruppo di personaggi umani che non siano solo Principe/Principessa/Altro Tizio Se Va Bene. (Che è uno dei motivi per cui ho apprezzato tanto Big Hero 6, peraltro).
Qui abbiamo Milo e Kida, tutto il solito gruppetto dei comprimari, il signor Whitmore e la forte presenza del nonno di Milo – più il padre di Kida ed Helga, anche se tirano le cuoia.
E sono tutti bei personaggi, chi appare più chi meno, ma tutti riescono a presentarsi bene (a parte i disturbi bipolari di certa gente coff). Ah, il signor Whitmore a mio modesto parere è uno di quei personaggi Disney che sono epic win solo perché esistono, ma su questo ci farò un post specifico un giorno.

2. Atlantis può probabilmente vantare alcune fra le ambientazioni migliori dei Classici tutti.
Intendo, prima che qualche fan infoiato venga a linciarmi: non sto parlando a livello di grafica (sì, lo sappiamo tutti che Frozen è figo, ma vogliamo parlare anche dei fondali ad acquerello di Lilo e Stitch?) né di Scena Particolare (La principessa e il ranocchio, per dire, è molto tranquillo come ambientazioni, ma la scenografia di quando Ray canta La Mia Evangeline è… eccezionale, uno dei ricordi più vividi che ho del film). Parlo proprio di una ambientazione che sia figa DI SUO, indiscutibilmente, che sarebbe figa anche se uno ci entrasse di persona. Anche senza dover usare trucchi grafici o dover aspettare il Momento Topico.
Atlantide – parlando di Atlantide come città e isola – rientra fra questi: un’isola che galleggia placida in un mare di lava, l’acqua che precipita oltre il bordo (richiamando una singolare immagine di terra piatta) e le nuvole che si sollevano tutto intorno per, presumibilmente, il vapore dell’acqua che finisce sulla lava. Rovine antiche, eppure abitate, che emergono dal questo mare recintato. E tutto è vivo e brulicante: c’è vegetazione, ci sono animali, ci sono persone! Tutti che vivono a modo loro in un mondo tagliato fuori da tutto.
Voglio di’, guardatela:

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Cosetta scenica, c’è da dirlo

Qui, invece, si sono impegnati per ricreare l’atmosfera in ogni modo possibile e immaginabile. Saranno gli abitanti con la pelle abbronzata e i capelli bianchi, oppure le sottili venature che ricoprono tutto – perfino la più remota delle mattonelle. Saranno gli animali assurdi (ziguli! *A*) o i pescetti volanti. Sarà che, pur essendo sotto terra e sotto il mare, sembra di avere sopra un cielo vero ed è come non essersene mai andati. Ssssì, insomma…

Atlantis
Giusto per dimostrare la mia tesi

 

3. La fedeltà con il mito – o meglio, la capacità di ricreare Atlantide proprio come ce l’eravamo immaginati
Di Atlantide ne parlò per primo Platone e, infatti, è con una sua citazione – profetica – che si apre il film. Tuttavia da lì il mito di Atlantide ha preso vita, si sono ritrovate le sue tracce in tante altre mitologie e culture che condividevano la simile leggenda di una città/isola distrutta dagli dèi e fatta inabissare (giusto per fare la splendida potrei nominare Onogoroshima, che da alcuni è considerato l’equivalente di Atlantide giapponese). Comunque la si voglia vedere, il mito di Atlantide è cresciuto nei secoli fino a distaccarsi da Platone e vivere per conto suo nell’immaginario collettivo delle persone.
Nel film, sono riusciti a ricombinare tutti quei dettagli e fantasticherie che ricorrono quando il pensiero vola ad Atlantide: il viaggio – il pericoloso viaggio – negli abissi alla ricerca di una porta segreta…

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… con l’alta possibilità di restarci secchi e trovare cose che mai al mondo si sarebbero potute concepire.
Tutti i resti sommersi di ciò che non si è potuto salvare e, magari, un guardiano molto incazzoso.
E poi la città così com’è sempre ritratta: una città suddivisa in “sezioni”, che avrebbe avuto almeno tre cinte murarie perfettamente concentriche (anche se nel film la buona parte è inabissata).

I resti di quello che era stato un impero enorme.

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Soprattutto l’immagine iniziale, con tanto verde e acqua anche DENTRO la città, mostravano come sarebbe potuta essere effettivamente Atlantide – in una sola parola: figa.
L’unica cosa relativamente importante che non è stata nominata nel film è l’oricalco, il metallo rosso leggendario che veniva estratto solo ad Atlantide e resisteva al colpo di qualsiasi arma. Ma ho come il sospetto che non l’abbiano messo perché c’era già il cristallo, oppure che il cristallo dovesse rappresentare anche quello.
Se dovessi pensare a com’è DAVVERO stata Atlantide, credo che la Disney ci sia andata molto vicina; se non per aspetto, almeno per la sensazione che dovrebbe dare.

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4. La scena di Kida e il cristallo plus la scena dei guardiani che difendono la città.
Le due scene, a mio modesto parere, più fAighe di tutto questo ambaradan sono: quando Kida si fonde col cristallo (la scena in sé e soprattutto LA SUA DANNATA OST si valgono tutto il film) e quando i guardiani/robot si rialzano e creano lo scudo per difendere la città. Dico. Quando la lava si fredda e la crosta si sbriciola in venature azzurrine. I brividi.


Detto ciò.
Atlantis – L’impero perduto era stato, e sarà sempre, un film curioso, per i canoni Disney. Crepa un sacco di gente – chi meritatamente, chi no – ed è più cupo del solito (o meglio, ha molti più momenti cupi rispetto agli altri Classici). Per una volta ci sono un botto e mezzo di personaggi, anche se questo a volte ha portato a problemini di gestione dei suddetti. Eppure c’è un sacco di potenziale e, una volta approdati nella seconda parte, sboccia che neanche un fiore di cristallo *sì, quel cristallo, così facciamo un fiore fluo*. à__à
Hai dei difetti innegabili, senz’altro. Ma continuerò a ricordarmelo come un bel film. E continuo a dire che dovrebbe essere più conosciuto. ewe

Atlantis
Perché, insomma.

Quindiche, vi saluto!

Bye!

[Prima immagine presa dalla Disney Wiki, la seconda non trovo la source e le gif carine le ho prese da qui.]