Detectives da Favola – The sisters Grimm

[Libro urban fantasy] [Favole & fiabe]

☆ ☆ ☆

Yoh!
E come non accadeva più da qualche tempo, mi sono ritrovata fra le mani un libro sognante.
Walter Moers definì “libri sognanti” quei libri che dormono, sui loro scaffaletti dimenticati, muffiti e abbandonati, e sognano… sognano di dita curiose che li sfoglieranno di nuovo, un giorno. Di occhi che leggeranno quelle righe e lasceranno che la storia cominci un’altra volta. Ecco cosa sono i libri sognanti.
Suvvia, toglietevi quelle facce da “WTF?”, m’è venuta un’intro strepitosamente onirica *^*. – Sulle note di Fairy Dance, una delle ost (di Peter Pan) più toccanti che io abbia mai…
La definizione libri sognanti è del signor Moers, me ne approprio tranquillamente che tanto lui è più contento così!
E quindi benvenuti, signore e signori miei, ho deciso di cominciare a recensire approfonditamente ogni libro da me letto! *Su, su, voglio applausi scroscianti!*
Questo perché, con le poche cose che ho da fare, non so proprio come passare il tempo… *LOL.*
Yesterday – oddio, l’ho letto nell’arco fra le due di notte e le due di pomeriggio con una decina di ore di sonno in mezzo, fate un po’ voi. – ho letto il libriciuolo The Sisters Grimm: Detectives da favola e, sì, è di questo che parleremo.


Certo, ad onor del vero ho letto prima – e forse dovrei recensire prima – Il Negromante, nonché quarto libro della saga di Nicholas Flamel, ma… mi andava di invertire l’ordine. ^o^
Come sarà mia buona abitudine in qualsiasi rece, in primis vi informo che il titolo originale di questo libro è The sisters Grimm: The Fairy Tales Detectives, ovvero, a parte il pezzo inglese invariato, “I detectives delle favole”.
Ma tralasciamo la preposizione geneticamente modificata e i tre punti di sospensione apparsi magicamente in mezzo al titolo nella prima pagina! *Fa un gesto vago* perché sto a fare la puntigliosa? Parliamo di favole, dopotutto. U.U
Naturalmente, seguono grossi e ricchi spoiler. Se avete il terrore che vi rovini la sorpresa non leggete, ma non mi sembra decente fare una recensione in cui non si abbondi di fottute spiegazioni X°°D.
La quarta di copertina ci dice che…

Per Sabrina e Daphne Grimm la vita non è certo una favola. Dopo la misteriosa scomparsa dei loro genitori, le due sorelle vengono portate a Ferryport Landing, dalla nonna che credevano morta. Nonna Relda rivela loro che sono le discendenti dei famosi fratelli Grimm e che la loro famiglia ha da sempre il compito di tenere d’occhio gli Eterni, ossia gli abitanti dei mondi di fiaba protagonisti dei libri dei loro avi. In più spetta alle due ragazzine anche indagare sui crimini che si verificano nella loro comunità. Insomma, d’ora in avanti saranno delle vere e proprie detectives… Il primo caso? Una corsa contro il tempo e contro un gigante deciso a distruggere la loro nuova città.

Grazie, IBS. Cosa vi dico io, invece?
Vi dico che questo libro avrebbe avuto, potenzialmente, una splendida ambientazione… ma è stata gestita male.
Vi dico che ha un’ottima idea di partenza, e che questa è stata invece gestita in modo buffo.
Vi dico che c’era un cast meraviglioso a disposizione e che l’autore ha fatto un buon lavoro con alcuni personaggi, con altri no.
Vi dico che ci sono delle Trovate Simpatiche.
Vi dico che ci sono delle Trovate Un Po’ Meno Simpatiche (da imputare ad un quantomeno strano sense of humor dell’autore? Bah!).
Vi dico che fare due protagoniste al di sotto dei dodici anni è una follia, se non sapete gestirle benone e se siete in grado di fare degli undicenni strepitosi.
Vi dico che, però, quando mi sono accorta che le pagine andavano esaurendosi e ormai rimaneva pochissimo prima della fine, un pochino mi è dispiaciuto.
Spieghiamo un po’ meglio questi punti, vi va? *O*
L’ambientazione parte da un’idea molto semplice ma, al contempo, geniale – o meglio, che dà libero spazio ad un TOT infinito di possibilità. Pare che tanto, tanto fa, tra la gente fatata – chiamati qui “Eterni” -, che ancora viveva insieme alla gente comune, cominciasse a serpeggiare l’odio nei confronti degli uomini – ci credo, questi qui gli davano la caccia, persecuzioni a tappeto… – allora Wilhelm Grimm (uno dei celeberrimi fratelli, sì) decise di caricarli tutti su una nave e partire per le Americhe (In America! [CIT.]), per evitare il peggio. Lì, si stabilirono in una cittadina vicino al fiume Hudson, Ferryport Landing, e andò tutto bene finché gli umani non giunsero anche lì a scassare i maroni. U.U
A questo punto, gli Eterni stavano quasi per muovere guerra, fare fuori tutti uomini e ciccia, ma Wilhelm, per evitare lo scontro campale, si mise d’accordo con la strega più potente della città, la Baba Yaga, per attuare un incantesimo che avrebbe vincolato per sempre gli Eterni a quella zona: nessuno avrebbe potuto lasciare Ferryport Landing, mai più. O forse… In cambio della sua magia, Wilhelm dovette sacrificare la sua libertà. Da allora, dev’esserci sempre almeno un Grimm a Ferryport. L’incantesimo svanirà soltanto quando tutta la famiglia Grimm sarà estinta.
… Ed ecco qui spiegato il più grande pregio e il più grande difetto di questo libro.
Ovvero: A) Avere tutti i personaggi fatati della storia conosciuta e in un territorio più o meno gestibile apre orizzonti infiniti.
B) … non puoi rinchiudere TUTTA quella gente in un spazietto di quindici chilometri quadrati con quattro case, un bar, un negozio di antiquariato e uno di biciclette (dal libro, eh).
Perché non ce li puoi rinchiudere tutti? Per motivi, in primis, di spazio strettamente parlando: la descrive come una cittadina alla stregua di Forks, no, peggio, con quattro case contate: considerando che la maggior parte di loro si finge umana e che ci sono pure persone normali, là in mezzo, DOVE cacchio abitano?
In secondo luogo, se ficchi così tanti personaggi che POSSONO e DEVONO fare qualcosa, sarà l’ambientazione stessa a richiedere sempre interventi indesiderati e intromissioni continue e questo, se non è gestito divinamente, può diventare una bella rottura di balle (o un clamoroso WTF? se viene pacificamente ignorato).
Se ci fosse stata una serie di città gestite in segreto dalla gente fatata, ben venisse. Se gli Eterni fossero stati sparsi per tutte le Americhe – in cui, tra una cosa e l’altra, si possono trovare tutti gli ambienti e i climi naturali del pianeta, quindi sarebbe stato semplicemente perfetto per distribuire al meglio tutti i personaggi abituati a certe condizioni – perfetto, ok. Se ci fossero stati dei regni nascosti o, cosa ne so, da fuori sembra una città di quattro case mentre in realtà è enorme, praticamente un regno, sarebbe stato fantastico.
Ma non si possono ridurre tutte le fiabe esistenti ad una microscopica cittadina americana dimenticata nella steppa, sant’Iddio. Un po’ di amor proprio.
L’ottima idea di partenza è che i Grimm siano un po’ i guardiani, i pacieri e gli “angeli custodi” di questa prigione incantata, che di volta in volta diventano i detentori di ogni soluzione e i detective pronti ad indagare su ogni mistero; ho trovato perfetta e metodica la loro organizzazione – ogni Grimm ha tenuto un diario in cui raccontare qualunque indagine, diciamo, della sua vita -, la loro casa è praticamente una fortezza (finalmente qualcuno che può metterci un sistema di sicurezza magico e ci mette un sistema di sicurezza magico.), la loro biblioteca è il sogno di chiunque (mio, di sicuro. Voglio dire: la storia completa dell’architettura di Oz! Milleuno modi per cucinare un drago – se è kattiwo, qualcosa dovrai pur farci. -! Tutto quello che c’è da sapere sui folletti!) e sentire una squinternata vecchietta che prepara spaghetti fucsia e polpette verdi (assolutamente commestibili, mi assicurano) dire “Non preoccupatevi per me, so anche un po’ di kung-fu.” è una cosa discretamente LOL. x°
Il cast… solo in questo primo libro troviamo il sindaco Azzurro (sì, il principe. *aria annoiata*), il signor Sette (uno dei sette nani, presumo), la Fata Morgana, Jack (quello del fagiolo.), la Bella e la Bestia, i tre Porcellini, il Lupo Cattivo, Puck (Midsummer Night’s Dream *O*), lo Specchio magico, Biancaneve, Rosaspina, la Regina di Cuori…
Insomma, un bel po’ di gente. Eppure…
Il sindaco Azzurro, visto che mi piace questa definizione mi ripeterò, è un idiota benintenzionato [CIT.]. Un emerito sbruffone, un burocrate, un vanesio e una persona estremamente pallosa. Per una figura piatta e sterile come “Principe Azzurro” che, arriva a cavallo, vede una bella pulzella che si stiracchia in una bara di cristallo, la rapisce e se la sposa senza neanche chiederle cosa minchia ci facesse in una bara – se ci atteniamo alla versione in cui Biancaneve sputa il pezzo di mela per uno scossone durante il trasporto della bara – un trattamento del genere è adeguato e, anzi, molto più tratteggiato e vivace di ciò che è solitamente. E che Jack, da eroe ammazzagiganti qual era, passi a fare il teppistello svitato, ci sta egualmente: in fin dei conti Jack è un furbastro di prima categoria, che smatti un po’ non è così strano.
Lo Specchio Magico era proprio come me lo immagino io. X°°D
E pure i tre porcellini nei loro ruoli di grassissimi e fiacchi agenti Prosciuttonzo, Cinghialon e Cuor-Di-Porcello mi sembrano, come dire, IC.
… ma….
Ichabod Crane, una lagna isterica? Non una lagna, proprio una donnicciola!. Belle che si augura così tranquillamente che tutta la famiglia Grimm ci sia rimasta secca per poter spezzare l’incantesimo? O la Bestia che la rimbecca di essersi fatta bella per il Principe Azzurro, quella sera? Belle, famosa per il suo essere bella dentro e vedere oltre le apparenze? O__O E le tre streghe che sono al servizio di Azzurro (sì, anche Morgana.) che compaiono in scena dodici volte, giusto quando servono, ma fra tutte e e tre dicono due battute nell’intero libro? E poi, streghe come assistenti statali? Ma andiamo!
Però, ho apprezzato moltissimo che la guardia del corpo di nonna Grimm, l’uomo sempre al suo fianco che la difende in ogni occasione, sia proprio il signor Canis… ergo, il Lupo Cattivo.
Passando alla Trovate Simpatiche, prima di tutto, assolutamente, ci sbatto l’Universo Tascabile Magico Monofasico. Tradotto: lo Specchio Magico dietro ha una specie di enorme sgabuzzino, piene di porte e porticine, dietro le quali si celano tutti gli artefatti magici conquistati dai Grimm nel corso degli anni. E sono tanti. Solo nella storia, vediamo le scarpette di rubino di Dorothy, il tappeto volante di Aladdin, Excalibur, bacchette da fata madrina ed una bella scorta di fagioli magici.
E “Specchio” è un ometto piccolo ed elegante, che a vederlo così sembra davvero un uomo d’affari, che gestisce tutto l’apparato in maniera perfetta X°°D.
E’ piuttosto simpatica la cucina da schizzoidi della nonna, tutta colorata, e la macchina che fa più casino di un trattore quando la si mette in moto e non ha cinture ma corde. XDD. La menzione speciale va ad Elvis, il cane, che si dimostra il più simpatico e il più sveglio di tutti. <3
Le Trovate Un Po’ Meno Simpatiche che, IMMAGINO, secondo l’autore volevano essere delle cose da scompisciarsi – personalmente, non le avrei trovate divertenti neanche a otto anni… – in particolare, ne saltano all’occhio due. In primis, il signor Sette lavora come assistente del sindaco Azzurro, che lo tratta come uno schiavo – fortunatamente Azzurro si è dato una calmata e dopo è solo antipatico, perché alla prima apparizione meriterebbe davvero la fucilazione istantanea – e lo costringe ad indossare un cappello a cono con su scritto “Sono un idiota”. … Signor Sette, cercarsi un altro lavoro, no…?
Questo pazzoide l’avrei denunciato per molestie psichiche OAO.
La seconda, invece, è che quando le due protagoniste – Sabrina e Daphne – arrivano a casa della nonna, non hanno praticamente vestiti con loro; il giorno dopo, il signor Canis viene inviato in “missione” e, quando torna, ha con sé delle speculari felpe arancioni con disegnata una scimmia e su scritto “Non mollare!” mentre i pantaloni sono celesti, con una fantasia a cuori e palloncini. E non gli arrivano manco alle caviglie.
… Signor Canis, mi scusi, ma dove cazzarola li ha comprati? O____O
A parte questo, gli assurdi vestiti vengono nominati spesso durante la storia, causando un forte imbarazzo alla maggiore delle protagoniste (Sabrina, che ha quasi dodici anni. Daphne ne ha sette e le piacciono. … mumble.). Ora, sinceramente, io non vedo che motivo ci fosse di affibbiare pure dei vestiti tanto cretini °°. Cioè, voleva essere una gag? Era tanto per dare addosso alle bambine un altro po’? Ma signor Buckley, a queste due già sono spariti i genitori, sì ritrovano in casa di una vecchietta eccentrica creduta morta fino ad allora e la sera prima sono state aggredite da un branco di folletti: sa com’è, ma mi sembrano già abbastanza provate. Per non aggiungere che, poi, per tutta la prima parte Sabrina è abbastanza antipatica di suo, senza darle altri motivi di malumore.
Insomma, trovo abbastanza fastidioso quando l’autore si mette a fare scherzi di pessimo gusto. U.U
E poi, appunto, Sabrina. Sabrina, Sabrina, ma che mi combini? Come dicevo prima: può sembrare uno scherzo, ma due protagoniste rispettivamente di undici e sette anni limitano notevolmente le possibilità di azione all’interno della storia. Perché? Perché sono piccole, e in quanto tali non possono avere un linguaggio particolarmente forbito (Invece abbiamo Daphne che, da una parte, non sa cosa voglia dire “alleanza” e non riesce a pronunciarla, mentre dall’altra se n’esce con un “Mi sarei ben guardata da…” anche se sospetto sia più un problema di traduzione che del dialogo effettivo), perché, appunto, essendo così piccole, ci saranno parecchie cose che ignorano (so perfettamente che i bambini, nel 90% dei casi, sono molto più furbi degli adulti, è però un dato di fatto che ci sono cose che non conoscono, specie se abituati ad una vita molto “casalinga”, quindi bisogna, più che altro, stare attenti a che non si comportino troppo da adulti o anche da adolescenti), perché ci sono cose che per loro sarebbe piuttosto difficile compiere, quindi si deve essere in grado di gestirli in maniera non eccelsa, di più. Poi, sarà un caso, ma è già il secondo libro in cui uno dei protagonisti undicenni mi risulta vagamente insopportabile – un’altra è stata Tiffany Aching ne Un cappello pieno di stelle di Pratchett. Ora, Tiffany è uno dei miei personaggi preferiti, e nei libri prima e dopo è fantastica. Ma in quello è molto più spocchiosa di Miss Tick, per l’amor del cielo. Forse sono io che ho problemi con gli undicenni, ma Harry e CO. nel primo libro non mi avevano turbata… XD *Farò una classifica degli undicenni più simpatici.*-. Questo perché Sabrina, per tutta la prima parte del libro, è un pugno nell’occhio. Ci dice che, dalla scomparsa dei genitori, sono state sballottate da una famiglia di pazzi all’altra, tra gente che le ha rinchiuse in uno scantinato e altri che cercavano di usarle come governanti; e quindi, ora che sta andando da questa fantomatica “Nonna Grimm” di cui non ha mai sentito parlare, parte dall’assunto che anche lei è una vecchia pazza psicopatica e che devono scappare subito, prima ancora di conoscerla. Ma almeno darle una possibilità, no? Giudicare DOPO averla conosciuta? Tra l’altro, la nonna con le due nipotine si comporta in maniera assolutamente amabile, non risponde agli attacchi verbali di Sabrina e non le ha sgridate nemmeno dopo che hanno tentato di fuggire la prima notte: mi spieghi perché una persona tanto gentile dovrebbe avercela con te, Sabrina? Fermo restando che al suo posto ti avrei presa a scapaccioni. U.U
Inoltre, è bella cocciuta: si convince che effettivamente ci sia qualcosa di strano, in quella città, solo quando un gigante rapisce la nonna sotto i suoi occhi. Uhm, sai com’è, anche gente che dichiara di essere una strega, l’enorme impronta di un piede intorno ad una casa schiacciata con vicino la foglia di una pianta di fagioli, lo sciame di folletti che vi hanno attaccate la sera prima avrebbero potuto insospettirti, eh…
Ora, tutto sommato, Sabrina nella seconda metà si comporta bene, ma continua a non starmi simpatica. Quantomeno, posso sperare che nei libri successivi fosse un po’ meno cagacazzo.
Spendendo due paroline sulla trama… (che forse sarebbe dovuta essere la prima cosa X°°D). Sulla trama non ho niente da ridire: è solida, appropriata all’ambientazione ed è stato ottimo il modo in cui l’autore ha gestito il tutto di modo che i protagonisti stessi fossero depistati e andassero in tutt’altra direzione rispetto a quella che doveva davvero essere. Anche se, sinceramente, ho intuito la verità al primo indizio XD.
Non spiego meglio perché ho praticamente già declamato tutto il libro, sennò magari vi passa la voglia di leggerlo… U.U
Tutto sommato: è stata una lettura piacevole per la maggior parte del tempo (a parte i sonori facepalm qui e là), questo sì, ma le basi gettate mi fanno piuttosto sperare bene per il sequel. Questo in particolare non era malaccio, ma ho come il sospetto che una storia con una Sabrina simpatica sarebbe un filino più piacevole. XD
Ci sono i suoi pregi e i suoi difetti. Preso solo come libro per bambini, può essere perfetto. Ma io non sto mai a cavillare sui target, perciò una storia la leggo e analizzo con i miei parametri. E, visti gli ottimi spunti, in effetti sì, si poteva fare di più. Ma penso proprio che leggerò anche il sequel.
Già, il sequel… questo libro ha dei seguiti? Fuck yeah! In patria, la saga consta di nove libri, di cui ora ne sono usciti soltanto otto, e pare che poco prima del nono uscirà anche una Guida completa al loro mondo. In italiano, a quanto ne so io, sono stati tradotti solo i primi tre, ovvero oltre questo troviamo Gli insoliti sospetti e Una ragazzina schizzata Che cazz- di titolo…. Non so perché, ma l’ultimo è del 2008 ed ho come il sospetto che non verranno mai tradotti gli altri, a meno, forse, che il nono non abbia un successo sconvolgente o che non ne traggano un film di ultrasuccesso.
Dargli un giudizio in stellette o numeri mi sembra superfluo: cosa ne penso, è già chiaro dalla recensione.
A questo punto, vi saluto. ^^
Bye!

PS: se vi ha ricordato Once Upon a Time no, non siete gli unici. Ma effettivamente questa saga è venuta prima. x°

 

Detectives da Favola (Copertina)
Detectives da Favola – The sisters Grimm di Michael Buckley.
Originale in inglese.
Edito da Giunti Junior.
Tradotto da Angela Ragusa.