Month: Maggio 2016

Ah, Silent Hill è uno dei ricordi più emozionanti della mia infanzia.
Come non ripensare, con dovizia di particolari, a tutte quelle notti – in orari tranquilli tranquilli, tipo le quattro – che ho passato appostata accanto al letto di mio zio. Chiusi nella sua camera. Al buio. Lui concentratissimo sul piccolo schermo del televisore, il joystick in mano. Mia madre lì accanto che gli leggeva le soluzioni da un giornale – perché sì, nella remota epoca del… quand’era, il 99?, ancora non c’erano i walkthrough su youtube, ma le soluzioni su rivista. Scritte a puntate, tra l’altro.
E io che scrutavo lo schermo con occhi sgranati. Sì, mi hanno traumatizzata a vita. E dire che mio zio non l’aveva mai neanche finito, il gioco. S’era perso nell’ospedale.
Secoli dopo, una volta diventata molto più skillata con i videogiochi – e, dopo anni di esperienze traumatiche, del tutto refrattaria all’horror (infatti gli horror ora per lo più mi causano ilarità compulsiva o incazzera bruciante) – una bella sera mi ero detta: ma alla fine non ho mai saputo come cacchiarola finisse Silent Hill. Sai che faccio, mi vedo un walkthrough.
*Intreccia dita* Ed è successo quel che non mi aspettavo. L’ho trovato figo. No, peggio: l’ho trovato fighissimo e soprattutto ben costruito, specie quando sono venuta a sapere di tutta la sconfinata simbologia che erano riusciti a ficcarci in un solo videogioco.
Poi ho avuto la bellissima idea di vedermi anche Silent Hill 2, e lì è stata seriamente la fine.
Da allora sognavo di scrivere una bella analisi e fare una riassuntino carino carino di tutto quanto di simbolico o presunto tale vi fosse in Silent Hill. Ebbene, cari amici, quel giorno è oggi. (?)

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Yohoo!
Ora, a me Atlantis – L’impero perduto è sempre piaciuto moltissimo. Sarà che era uno dei film preferiti di mio fratello e avevamo la videocassetta – il che implica averlo rivisto quei due, tre milioni di volte che ti portano a ricordare a memoria ogni_singolo_frame e sussurrare le battute in anticipo, sarà che lo guardavo nel magico (?) periodo della preadolescenza dove cominciamo a forgiare i nostri gusti e quant’altro. Sarà che per l’epoca era un film Disney abbastanza innovativo.
Sta di fatto tutti e tre i milioni di volte l’ho rivisto volentieri, ne conservavo un buon ricordo e mi sono sempre chiesta com’è che non fosse più popolare.
Well, l’ho rivisto da poco – probabilmente l’ultima volta era stata prima che ci si guastasse il videoregistratore, ovvero circa dieci anni fa – e no, non mi ero mai presa la briga di cercarlo in streaming – e l’ho esaminato con occhio un pelino meno incantato e un pelino più critico.
… à__à
Now, continuerò ad averne un buon ricordo, ma in effetti ci sono dei difettucci a cui non avevo mai prestato troppa attenzione.
Quindi, una piccola disamina su Atlantis – L’impero perduto: quei difetti risparmiabilissimi che un po’ lo sciupano, ma anche quei pregi che comunque lo mantengono nell’ambito del film più che buono.
In ordine decrescente perché mi va. (?)
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